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10.01.2024 #moda

David Parisi

Amo creare un abbigliamento autentico, green e senza tempo

«Quando si lavora con un’azienda si devono rispettare il più possibile i valori del brand, la sua natura, il suo DNA»

Nato a Roma ma di origini calabresi, casa per molti anni a Milano, David Parisi è una figura unica nel panorama della moda italiana (e non solo). Merito di una storia personale e professionale multi-sfaccettata che da sempre trae ispirazione dai campi più disparati della creatività: dal design alla moda, dall’arte fino al cinema. Co-fondatore, insieme alla moglie Alessia Crea, del marchio di moda total look, Casamadre, dal 2017 è head of design di Guess e di numerose collezioni legate al brand statunitense. Lo incontriamo a Firenze, in occasione di Pitti Uomo, dove presenta Guess Jeans, progetto di Nicolai Marciano, figlio del fondatore e futuro volto dell’azienda, grazie al quale – sono parole sue – “non solo si racconterà la storia del marchio ma verranno anticipati i prossimi quarant’anni del denim”.

Ha detto di essere arrivato al mondo della moda quasi per caso. Ci racconta meglio il suo percorso professionale?

David Parisi :

«Ho studiato Industrial Design allo IED. Mi occupavo essenzialmente di prodotto. Nulla a che fare con la moda. Ricordo di aver presentato al Superestudio Più di Milano un progetto legato a una sedia. Era esteticamente brutta, ma conservava un contenuto molto importante. Si ispirava al disegno di Elsa Peretti, che aveva creato la prima sedia richiudibile negli anni 70. L’avevo rivisitata pensando al Romeo e Giulietta di Shakespeare. Avevo scelto di sdoppiare la seduta perché i due amanti non potevano stare  l’uno accanto all’altra ma solo dandosi la schiena. Una visione quasi onirica che però mi ha acceso la luce. Raccontando il senso di quella sedia, l’oggetto da brutto diventava bello, quasi seducente. Ho così scoperto cosa mi affascinava davvero: volevo capire come creare un prodotto capace di raccontarsi. Così ho deciso di tornare  a scuola e frequentare un master di comunicazione di prodotto moda. All’epoca lavoravo anche come visual merchandising in uno dei primi concept store di Milano, l’ex spazio di Cappellini. Poi, è arrivata l’esperienza con Karla Otto, durata cinque anni  e successivamente quella con Lapo Elkann, che aveva appena creato la sua agenzia creativa»

Il progetto Casamadre arriva dopo l’esperienza con Lapo Elkann?

David Parisi :

«Esattamente. Quell’esperienza è durata circa sette anni. Ma con mia moglie Alessia Crea avevevamo deciso di creare un nostro brand. Volevamo mettere tutte le energie in un progetto personale. Così siamo partiti con il realizzare accessori, e dopo tre stagioni siamo arrivati a creare i total look. Abbiamo presentato la collezione con la  campagna vendita in show-room a Milano,  Firenze e Parigi realizzando grandi risultati di vendita soprattutto nel mercato coreano e giapponese. Nel frattempo abbiamo continuato a fare consulenze con marchi importanti. La svolta è arrivata sei anni fra quando sono stato chiamato da Guess. Ho iniziato a lavorare alla collezione Marciano, una sorta di black label della linea Guess. Poi sono arrivate le linee Activewear e Beachwear. Da tre anni sono responsabile di altre collezioni: Guess Usa, Guess Original e Guess Jeans»

Come si fa a rispettare i codici creativi di un brand così famoso senza tradire i propri?

David Parisi :

«E’ una bella domanda. La questione non è tradire la propria sensibilità ma stare in equilibrio. Quando si lavora con un’azienda si devono rispettare il più possibile i valori del brand, il suo DNA. Ecco perché da un lato cerco di non violentare l’essenza del marchio, dall’altro provo a rispettare il più possibile il mio gusto. Uso il termine “rispettare” non a caso, perché alla fine è anche un fatto di rispetto verso se stessi e di deontologia. Perché se oggi la gente va in giro vestita male un po’ è anche colpa nostra»

Ci può raccontare Guess Jeans, il progetto denim contemporaneo presentato in occasione di Pitti Uomo 105?

David Parisi :

«Guess Jeans racconta la storia di Guess attraverso la sua autenticità. Ciò che muove l’iniziativa nasce dallo sterminato archivio aziendale: a Los Angeles ci sono circa 40.000 capi realizzati dal 1980 ad oggi. Per Guess Jeans sono stati scelti pezzi iconici di cui sono state rimodellate le forme senza però mai tradirne il DNA. Insomma è un lavoro che guarda al passato ma, quasi senza farcene accorgere, ci traghetta nel futuro»

L’ecologia in tutto questo gioca un ruolo importante, vero?

David Parisi :

«Proprio così. Guess è da sempre molto attento al green approach. Abbiamo cercato di rendere i nostri prodotti ecosostenibili. Tutto da noi è Green: i denim, per esempio, sono lavati grazie a un brevetto Guess in parnership con Jeanologia chiamato Airwash che sfrutta l’aria dell’atmosfera ed evita inutili sprechi. Ne siamo molto orgogliosi»

Un giorno ha detto che il top della moda di oggi è essere senza tempo. In che cosa Guess è senza tempo?

David Parisi :

«Essere senza tempo vuol dire non essere legato alle stagioni, significa mantenere una forte autenticità. Il progetto Guess Jeans, per esempio, segue proprio questa filosofia: parliamo di prodotti iconici creati negli anni 80 e negli anni 90 che sono ancora sulla cresta dell’onda»

Come si vede tra vent’anni?

David Parisi :

«Amo vivere in campagna con i miei animali e adoro fare yoga. Magari creerò ancora oggetti, ho molte idee per il mio futuro…».

 

Intervista: Germano D’Acquisto

Foto : Ludovica Arcero

 

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