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13.11.2023 #arte

Francesco Manacorda

La mia direzione al Castello di Rivoli sarà un gioco di squadra

«Il compito dell’arte è quello di farci esplorare territori sconosciuti per scoprire nuovi modi di guardare o sentire il reale»

Quarantotto anni, torinese, un curriculum fitto di esperienze in giro per il mondo, soprattutto in Inghilterra, Francesco Manacorda è il nuovo direttore del Castello di Rivoli, prestigiosa istituzione sabauda che custodisce una delle più significative collezioni d’arte contemporanea in Italia. Docente al dipartimento di Curating Contemporary Art del Royal College of Art a Londra, è stato curatore alla Barbican Art Gallery e direttore artistico della Tate Liverpool, di Artissima e della V-A-C Foundation, istituzione culturale moscovita da cui si è dimesso in seguito all’invasione in Ucraina. Lo incontriamo nei giorni post Artissima, dove ha guidato la sezione Back to the Future, piattaforma che ha presentato progetti monografici realizzati dal 1950 al 1979 firmati da pionieri dell’arte contemporanea.

 

Parliamo subito di Artissima 2023: chi è il visitatore tipo di una fiera come questa?

Francesco Manacorda :

«Artissima  ha essenzialmente tre tipoligie di visitatori: il collezionista, che è il soggetto per cui la fiera  come evento di mercato è stata disegnata; i professionisti del mondo dell’arte, che qui vengono a scoprire nuove proposte oppure a incontrare colleghi per stabilire nuove partnership e collaborazioni future; e poi il pubblico, invitato a esplorare questo mondo anche se non creato appositamente per loro»

Quali sono le caratteristiche che rendono Torino e la sua fiera d’arte all’Oval il posto ideale per  curatori, collezionisti e amanti dell’arte?

Francesco Manacorda :

«La fiera ha sempre avuto un taglio sperimentale e un focus su artisti emergenti che la rende il luogo ideale per scoprire nuove voci. E’ questo il punto di congiunzione in cui le tre tipologie di pubblico di cui ho parlato prima si ritrovano»

Ha curato insieme a Defne Ayas la sezione Back to the Future, dove sono stati presentati progetti monografici di pionieri dell’arte contemporanea: bilancio dell’edizione 2023?

Francesco Manacorda :

«Ottimo. Le linee di ricerca che abbiamo usato con Defne erano la riscoperta di artiste che, per vari motivi, nel corso del tempo sono state marginalizzate. La sezione ha allestito tante piccole mostre monografiche che sono riuscite a reintrodurre l’opera di queste artiste il cui lavoro oggi risulta particolarmente attuale»

Quali sono gli artisti che, secondo lei, sono riusciti ad evolversi di più negli ultimi venticinque anni?

Francesco Manacorda :

«Questa è una domanda da un milione di dollari, io credo che in quest’ ultimo periodo la sfida lanciata dalla rivoluzione digitale sia uno degli elementi che gli artisti hanno metabolizzato prima di tutti gli altri. Però è inutile fare nomi»

Artissima, Tate Liverpool, Fondazione V-A-C, Barbican Art Gallery, Royal College of Art: quali sono i temi attuali che la affascinano di più  come curatore?

Francesco Manacorda :

«Io credo sempre di più nel concetto di local rispetto alla metropoli globale. Temi che mi sembrano molto urgenti al momento sono senza dubbio il rapporto con il non umano ma anche elementi di rappresentazione di culture non occidentali nel lavoro scientifico delle istituzioni di arti visive»

Sarà il nuovo direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, succedendo a Carolyn Christov-Bakargiev. La prima cosa che farà, il 1 gennaio 2024, quando entrerà ufficialmente in carica?

Francesco Manacorda :

«Non sono ancora pronto a parlarne perche voglio prima iniziare a lavorare con lo staff. Di certo incontrerò ogni singolo dipendente, uno per uno, per iniziare a collaborare insieme come all’interno di una squadra»

Castello di Rivoli, Foto Paolo Pellion, Torino

E’ stato un curatore globe-trotter: come è l’Italia vista dall’estero?

Francesco Manacorda :

«L’Italia mi pare un Paese in fase di cambiamento ed evoluzione. Oggi molto di più che negli ultimi vent’anni. Credo senza ombra di dubbio che questo sia un fatto veramente positivo»

L’arte per lei deve essere sempre etica?

Francesco Manacorda :

«No, può anche esserlo. Ma l’arte prima di tutto deve farci scoprire nuovi territori e modi di guardare o sentire il reale»

Tre giovanissimi artisti su cui puntare nel futuro?

Francesco Manacorda :

«Non mi piace dare questo tipo di liste perché ritengo che sia un gioco in cui tutti gli esclusi vengano fisiologicamente penalizzati senza meritarselo. Puntiamo invece su tutti gli artisti che il futuro ce lo fanno vedere attraverso le loro opere!»

Qual è l’opera che la commuove di più?

Francesco Manacorda :

«Il trittico dei Frari di Giovanni Bellini a Venezia»

Cosa sognava di fare quanto aveva 15 anni?

Francesco Manacorda :

«L’archeologo».

 

Intervista: Germano D’Acquisto

Ritratti di Francesco Manacorda: Ludovica Arcero

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