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18.04.2024 #arte

Guglielmo Castelli

Sono un pittore che giunge alla figurazione attraverso l’astrazione

«E’ più intrigante trovare vie di fuga all’interno dei labirinti che noi stessi ci creiamo. Per me 2 più 2 non deve sempre fare 4»

Guglielmo Castelli è uno dei pittori italiani più in ascesa del panorama artistico. Merito di una crescita costante nel tempo, che non ha mai subito né frenate né scossoni. A coronare questo successo privo di impurità, arrivano ora due bellissime mostre allestite nella prestigiosa cornice di Villa Medici a Roma e a Palazzetto Tito –  Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. La prima, inserita nell’ambito del ciclo Art Club, è curata da Pier Paolo Pancotto e si concluderà il 19 maggio), la seconda, dal titolo criptico «Improving Songs for Anxious Children», a cura di Milovan Farronato, si apre proprio nei giorni “bollenti” della Biennale di Venezia. Una sorta di place to be per chi orbita nella costellazione della creatività. Nato a Torino 36 anni fa, un passato di illustratore per Vogue Italia, Guglielmo firma tele nostalgiche dove figure antropomorfe e strani animali si impastano come plastilina con altri elementi naturali e scene di vita quotidiana. Un cocktail assai denso, dove l’astrazione vira al figurativo e viceversa. Difficile capire quale azione sia avvenuta prima. E’ lo stesso Castelli a fornirci alcune chiavi di lettura per accedere alla sua raffinata poetica che trae linfa vitale da Vuillard, da Leon Spillaert e da Brueghel. Lo incontriamo ai Giardini proprio nei giorni dell’opening della Biennale veneziana.

Come definirebbe la sua pittura?

Guglielmo Castelli :

«Sono un pittore che giunge alla figurazione attraverso l’astrazione»

Ha descritto la sua attuale fase artistica come “una beneducata anarchia creativa”. Può spiegarci meglio?

Guglielmo Castelli :

«Sono cresciuto con un’educazione rigida e questo mi ha dato la possibilità di far detonare fuochi all’interno di quelle stesse limitazioni che mi imponevo. Considero più intrigante trovare via di fughe all’interno di trappole e labirinti. A volte è anche possibile inventarsele queste vie di fuga, altre volte è possibile invece cambiare le regole del gioco a proprio piacimento. Per me due più due non deve sempre dare quattro»

Le sue tele sono spesso popolate da strani personaggi, da fate, da sirene e da creature animali: come bisognerebbe comportarsi con una fata?

Guglielmo Castelli :

«Non mi sono mai piaciute le fate. Spesso i miei personaggi vengono scambiati per creature provenienti da mondi “onirici”, parola che non trova nessuna corrispondenza nel mio lavoro. In realtà le mie creature sono ben presenti a loro stesse e hanno una forza di gravità che le ancora al terreno, le porta a cedere e a cadere, ad addentrarsi e ad aggrapparsi»

E’ uno dei pochi pittori capace di trattare il corpo come un paesaggio. Quanto del suo passato di scenografo è rimasto nelle tele?

Guglielmo Castelli :

«La scenografia mi ha concesso di definirmi pittore, non tanto perché lo scenografo delinea paesaggi scenici, ma perché il corpo occupa un spazio di competenza che è anche uno spazio di ricerca. La scenografia mi ha fatto comprendere che se avessi trattato il corpo umano come mappature sceniche e cromatiche avrei dato una possibilità alla mia pittura»

Quanto il potere dell’immagine condiziona oggi l’universo dell’arte?

Guglielmo Castelli :

«Non so se la parola “condizionare” sia il termine più appropriato.  Soprattutto non penso l’apparire condizioni il mondo dell’arte: probabilmente influenza i più superficiali. Mai come in questo periodo storico le immagini hanno un grande potere. Ma tutto per me sta lentamente diminuendo. L’unica forza reale a cui mi assoggetto, prostrandomi, sono tela e colore.»

Da dove trae ispirazione?

Guglielmo Castelli :

«Principalmente dalla letteratura, che da sempre mi concede il lusso di scavare nelle storie degli altri»

Il luogo secondo lei più stimolante?

Guglielmo Castelli :

«I mercatini e le librerie»

Dove si vede fra vent’anni?

Guglielmo Castelli :

«Nel mio studio, a lavorare».

Intervista: Germano D’Acquisto

Ritratti di Guglielmo Castelli: Ludovica Arcero

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