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29.01.2024 #moda

Via Piave 33

Stiamo cercando di dare forma a quello che ci piacerebbe vedere

«La collezione autunno inverno 2024 parla di noi come esseri umani e del concetto di tempo come lusso, in un mondo sempre più accelerato.»

La recente edizione di Milano Moda Uomo ha ospitato il debutto di un brand dall’approccio inedito, Via Piave 33, che si propone come alfiere di uno stile di vita in grado di riportare armoniae equilibrio nella contemporaneità. Alla presentazione per la collezione autunno inverno 2024, allestita alla Fondazione Sozzani, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i designer, Alessandro Spaggiari e Elisa Bettella, co-fondatori del marchio insieme a Francesca Spaggiari. Ci hanno fatto entrare nel mondo che sta dietro il loro progetto che, partito dall’arte, oggi comprende abbigliamento, accessori, prodotti per la cura del corpo e arredamento. Tutte le proposte Via Piave 33 sono accomunate dalla ricerca di una sintesi fra tradizione e tecnologia, perché credono che “l’unico modo per pensare al futuro sia fare le cose in modo migliore nel presente.”

 

Potete definire Via Piave 33 usando solo tre parole?

Via Piave 33 :

«Corpo, mente e spirito.»

Raccontatemi come è nato questo progetto

Via Piave 33 :

«Nasce come desiderio di raccontare la contemporaneità, contestualizzandola tra elementi del passato e visioni per il futuro. Parte nel 2021 come progetto artistico e continua a mantenere un’identità strettamente legata al concetto, alla progettualità e a un’estetica precisa. Il nostro primo progetto è stato un kit di purificazione dal mondo digitale, composto da una saponetta organica, un asciugamano in cotone e una bottiglia di acqua per skincare in vetro. Il tutto era accompagnato da un rituale composto da vari step, per riconnettersi con il proprio io interiore attraverso semplici gesti. Successivamente ci siamo avvicinati all’abbigliamento, studiando e sviluppando, con lo stesso metodo, una collezione di capi senza tempo, realizzati con estrema cura a partire dalle materie prime utilizzate.»

Il vostro concept mette in relazione le nostre antiche tradizioni con la sensibilità per certi temi della vostra generazione. È questa la ricetta per un futuro migliore?

Via Piave 33 :

«Viviamo in un momento di grande cambiamento, sicuramente la sensibilità e il saper fare antico sono due grandi temi che affrontiamo, insieme a un approccio più umano alla tecnologia. Crediamo infatti che lunico modo per pensare al futuro sia fare le cose in modo migliore nel presente. Non abbiamo una vera e propria ricetta ovviamente, ma stiamo cercando di dare forma a quello che ci piacerebbe vedere e a come ci piacerebbe vivere.»

 

Parliamo della collezione appena presentata. Quali sono gli highlights e le novità?

Via Piave 33 :

«La collezione autunno inverno 2024 parla di noi come esseri umani e del concetto di tempo come lusso, in un mondo sempre più accelerato. I nostri capi si inspirano ai classici del menswear e del womenswear, ma sono ripensati per un guardaroba contemporaneo e gender adaptive. La novità è una capsule di maglieria realizzata a mano con un filo di lana mohair molto spesso. Si tratta di pezzi estremamente visivi e delicati, lavorati in modo da avere dei vuoti che lasciano intravedere quello che si cela sotto, giocando con i concetti di lintimità e protezione. Inoltre, per la prima volta abbiamo introdotto un colore, il verde, ottenuto da da polveri di minerali e foglie, grazie a un processo sperimentale di tintura naturale. Si arricchisce così la palette su cui siamo soliti lavorare, composta da bianchi, grigi e neri.»

Potete contare su una rete di piccoli fornitori e fabbricanti artigianali, come vi siete occupati di questa ricerca?

Via Piave 33 :

«La ricerca dei nostri collaboratori è in continuo sviluppo. Il nostro lavoro ha un approccio estremamente legato al design e alla progettualità, prima capiamo cosa vogliamo comunicare e come lo vogliamo esprimere, successivamente cerchiamo di aprire dialoghi con chi potrebbe accompagnarci e sostenerci nella realizzazione di queste idee. In questa fase è fondamentale lascolto e il confronto con lesperienza e il saper fare dei vari laboratori, professionisti e artigiani. Ci sono realtà, che hanno una conoscenza importante dei materiali e delle lavorazioni, noi cerchiamo di valorizzare queste conoscenze declinandole in modo contemporaneo, cercando anche di educare lutente finale al prodotto artigianale di qualità, valore che da molti anni ormai si sta perdendo.»

In quali paesi la vostra proposta è recepita meglio?

Via Piave 33 :

«Abbiamo una visione estremamente globalizzata rispetto al modo di comunicare e di realizzare i nostri prodotti. Abbiamo capito che il mondo digitale ha cambiato molto la cultura e lidentità, soprattutto delle nuove generazioni. Ci impegniamo quindi per arrivare a persone con un certo tipo di sensibilità, piuttosto che di un determinato mercato. Dovendo verificare quali sono i paesi da cui abbiamo avuto più interesse sicuramente si tratta di quelli asiatici, in particolare Giappone e Corea del Sud, dove hanno una sensibilità molto in linea con il nostro lavoro e poi certamente anche quelli europei, in particolare Francia e Italia.»

Quali sono i prossimi passi?

Via Piave 33 :

«Vogliamo continuare a sviluppare il nostro universo, trovando e costruendo la nostra dimensione. Vorremo cercare di crescere in modo organico, continuando a lavorare con persone che ammiriamo e mantenendo i nostri valori, realizzando prodotti di qualità e di significato. La nostra challenge è cambiare il modo in cui viviamo e consumiamo le cose, che si tratti di un prodotto o un’immagine. Approcciare il mondo fisico attraverso la nostra installazione per Milano Moda Uomo è stato molto stimolante, quindi ci piacerebbe cercare il modo per esplorare maggiormente questo ambito, per connetterci con le persone anche in una dimensione reale, oltre che attraverso le nostre piattaforme digitali. Del resto il nostro manifesto è Small steps / Long distance.»

 

Intervista: Giuliano Deidda

Foto : Ludovica Arcero

 

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