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10.06.2022 #design

Francesco Meda and David Lopez Quincoces

Il design senza tempo

“Dobbiamo essere in grado di dare il giusto credito e valore a ciò che è senza tempo”

Una narrazione visiva dello spirito italiano. Per la prima volta, due forze del design italiano, Acerbis e Salvatore Ferragamo, si uniscono per scrivere una nuova meravigliosa storia tutta Made in Italy. Le vetrine delle boutique Ferragamo Donna e Uomo di Via Montenapoleone diventano il palcoscenico di una serie di composizioni realizzate con pezzi della collezione Remasters, provenienti dall’archivio Acerbis, ma rielaborati dall’iconico duo Francesco Meda e David Lopez Quincoces. Nasce così un nuovo connubio creativo che dagli archivi guarda al futuro.

Siamo all’interno del negozio Ferragamo di Via Montenapoleone, perché?

Francesco Meda: Siamo qui perché Ferragamo ci ha contattato ed era interessato a collaborare con Acerbis. Per questa collaborazione abbiamo iniziato a pensare a ciò che i nostri due marchi hanno in comune: l’heritage e i talenti che gravitano intorno alle aziende. Negli ultimi due anni, molte cose sono cambiate in Acerbis, che ha visto un grande rilancio. E quello che noi, come direttori artistici, stiamo cercando di fare è ricreare una comunità creativa che ricordi molto quella che Acerbis aveva negli anni d’oro. Perché all’epoca Acerbis non aveva solo grandi designer che disegnavano per il marchio, ma anche grandi artisti come Nanda Vigo, Gianfranco Frattini, Vico Magistretti, e fotografi come Aldo Ballo. Anche Salvatore Ferragamo è sempre stato circondato da artisti e dive di Hollywood. Stiamo quindi cercando di costruire una comunità creativa intorno al marchio Acerbis. Credo che Ferragamo abbia davvero colto questa nuova energia e creatività che gravita intorno all’azienda. Si sente nell’aria. Quindi, per questa collaborazione abbiamo deciso di creare un dialogo tra questi due marchi. Per esempio, abbiamo reinterpretato l’iconica sedia disegnata da Giotto Stoppino e Ludovico Acerbis con linee di pelle colorata che riprendono il sandalo Rainbow 1938 che Salvatore Ferragamo disegnò per Judy Garland. È qualcosa di molto nuovo per il settore del design: ma volevamo esplorare nuovi approcci.

Qual è il valore aggiunto che avete portato ad Acerbis, punto di riferimento per gli amanti del design italiano?

David Lopez Quincoces: In questa prima fase di rilancio, abbiamo deciso di concentrarci su quello che è il DNA dell’azienda e di trovare la nostra strada. Con il nostro intervento abbiamo lavorato su quei prodotti che per noi sono quelli caratteristici all’azienda. Abbiamo scelto 8 prodotti iconici del mondo Acerbis e li abbiamo reinterpretati in chiave contemporanea: il tavolino Florian di Vico Magistretti, il tavolo Menhir, la seduta Med di Giotto Stoppino e Lodovico Acerbis e il comò Storet di Nanda Vigo. Sfogliando l’archivio abbiamo visto molti schizzi che erano assolutamente futuristi per quel periodo specifico. E abbiamo cercato di lavorare su quei prodotti d’avanguardia. Molti oggetti di design sono rimasti sulla carta e non sono stati messi in produzione. E oggi ci rendiamo conto di quanto siano contemporanei e, in alcuni casi, addirittura in anticipo sui tempi. Sembrano più moderni di alcuni pezzi di design di oggi.

Francesco Meda: Abbiamo anche cercato di presentare questo progetto in modo eclettico, non come un marchio che ha una sola strada da percorrere. Acerbis è composto da tanti artisti e tante menti, ogni pezzo ha un carattere preciso e una sua identità. Possono certamente coesistere, ma possono anche vivere separatamente. Nel nostro catalogo si possono vedere chiaramente questi nuovi approcci. Per esempio, abbiamo fotografato alcuni prodotti a Villa Necchi Campiglio, una residenza storica milanese piuttosto borghese che ha conservato il suo razionalismo originale. Poi abbiamo fotografato altri prodotti in un ambiente asettico. Si capisce quindi la versatilità di questo design che può dialogare con diversi universi.

Un progetto trasversale che abbraccia più universi creativi e periodi storici…

David Lopez Quincoces: Sì, credo sia fondamentale. Quando si ha già una storia alle spalle, come nel caso di Acerbis, si ha la possibilità di creare un progetto di design trasversale e di immaginare oggetti “nuovi” che possano convivere anche con altri oggetti e altri universi creativi.

Francesco Meda: Penso che non si possa entrare in un mondo e cambiarlo completamente. Quindi, quello che abbiamo fatto è stato toccare alcuni tasti e modificare alcuni elementi. Ma l’anima di Acerbis è palpabile. Vive in nuovi spazi e forme, ma non svanisce mai.

Una questione delicata oggi è la sostenibilità nel design. Come vi relazionate a ciò?

Francesco Meda: Sostenibilità credo significhi anche smettere di produrre nuovi oggetti, alimentando così un sistema bulimico di avere sempre più cose. Ma la sostenibilità non riguarda solo il modo in cui le cose vengono prodotte. Si tratta anche di scavare negli archivi alla ricerca di oggetti dove i designer di Acerbis prima di noi hanno investito il loro tempo e la loro energia creativa. Per esempio, i prodotti che sono rimasti sulla carta.

David Lopez Quincoces: Essere sostenibili, aggiungo, significa anche progettare oggetti che hanno valore perché durano nel tempo. Hanno valore oggi, ma lo avranno anche tra 10 anni e lo avevano 20 anni fa. E questa è una delle cose più importanti: non abbiamo bisogno di nuovi prodotti e di seguire nuove tendenze. Dobbiamo essere in grado di dare il giusto credito e valore a ciò che è senza tempo.

Cosa significa per voi il Fuorisalone e il Salone del Mobile?

David Lopez Quincoces: Sicuramente questo è un bel momento in cui possiamo rivedere Milano, in cui possiamo vedere tutta l’energia dei nostri colleghi e della nostra azienda. La Design Week è il simbolo di Milano ed è un contenitore di nuovi messaggi e di ricchezza culturale. È anche una grande gioia presentare, finalmente, i nostri progetti e creare connessioni con persone provenienti da tutto il mondo.

Cosa vi aspettate per questa stagione?

Francesco Meda: Speriamo di vedere una crescita significativa con Acerbis. Quando abbiamo accettato questo lavoro, un mese dopo è iniziata la pandemia. Ma l’azienda è stata davvero coraggiosa in quel momento, ha investito e creduto in noi in modo che potessimo continuare a lavorare su questo progetto. Ma abbiamo ancora molto da fare.

 

Interview : Flavio Marcelli

Photos : Thomas Razzano  

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