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18.04.2023 #design

Atelier Biagetti

Il nostro design ironico è un atto politico

“Chi acquista i nostri pezzi non cerca un nuovo divano o un tavolo più grande ma vuole trasformare la propria casa in un’esperienza”

Riescono a dare corpo alle infinite ossessioni dell’uomo moderno: dal sesso alla cura della forma fisica, dalla religione all’idolatria pop. Lui è Alberto Biagetti, professione designer, lei è Laura Baldassarri, artista e cantante lirica. Insieme formano Atelier Biagetti, una delle coppie creative più in ascesa del design italiano. Nel loro studio a due passi da Ripa di Porta Ticinese creano installazioni, complementi di arredo e vere e proprie performance d’arte contemporanea in cui stravolgono la funzionalità originaria dei più svariati oggetti creando nuovi codici, inedite chiavi di lettura all’interno di un universo dove nulla è mai come appare. In occasione del Fuorisalone 2023 sono stra-impegnati. La loro agenda è fittissima di impegni: si va dal progetto The King allestito nel loro atelier di Piazza Arcole alla partecipazione a Objets Nomades a Palazzo Serbelloni da Louis Vuitton fino all’invasione,  nel cortile d’onore dell’Università degli Studi di Milano, dei loro gatti formato extralarge e lampade a forma di palma. Incontriamo Alberto e Laura, coppia nel lavoro e che nella vita, durante i caldissimi giorni della design week.

Partiamo dal progetto The King, in scena nel vostro atelier sui Navigli. Di che si tratta? 

The King è una riflessione sul desiderio di essere amati per sempre, sull’idea di mito che porta alla creazione della leggenda. Un potere enorme in grado di condizionare le masse e “attivare” suggestioni. Ci affascinava l’idea cdi come un cimelio apparentemente inutile per molti potreste diventare sacro per alcuni. Elvis Presley è la figura che abbiamo scelto per costruire attorno alla sua figura una performance, una scena e un immaginario fatto di oggetti prodotti da Atelier Biagetti. Il risultato è casa spettacolare dove ogni pezzo sovverte la visione tradizionale dello spazio domestico.

Quasi una sorta di Graceland in scala…

Sì. La mostra è composta da una serie di “pezzi leggendari”. Ci sono alcune pitture su tela nelle quali Laura ha dipinto oggetti emblematici proprio di Graceland, come una colossale seduta disegnata come una palcoscenico che grazie alla collaborazione con l’intelligenza artificiale è possibile ricombinare all’infinito, permettendo di cambiare completamente l’assetto del proprio spazio. Oppure come un coffee table in mosaico realizzato in collaborazione con l’accademia di belle arti di Ravenna (che è la nostra città del cuore). O ancora, come un cabinet dipinto a mano. Tutto avviene lontano dalle categorizzazioni e in piena libertà espressiva.

 

Sarete anche fra i protagonisti di Objets Nomades da Vuitton. Ci raccontate cosa presenterete?

Abbiamo iniziato a collaborare con Vuitton nel 2019 presentando Anemona, un grande tavolo ispirato al viaggio e alle profondità marine. Quest’anno è la volta di Flower Tower, una colonna di luce soffiata a Murano, pensata come un Totem, un punto di riferimento all’interno della casa, metafora di uno spazio che nasce dal centro e che non si cura dei confini.

Alberto, ha fondato Atelier Biagetti nel 2003. Poi nel 2013 è arrivata Laura: come è mutata la vostra produzione?

Siamo diventati una famiglia. Ma più simile agli Addams che ai Kardashian. Ci piace definirci  “famiglia di esploratori”. La cosa più importante per ogni creazione è diventata la tensione che si crea con il mondo, l’interdisciplinarietà e le persone con cui si condividono obbiettivi e risultati.

Quanto è importante l’ironia nel vostro lavoro?

L’ironia per noi è un atto politico. E’ parte fondamentale di ogni nostro progetto. Grazie all’ironia puoi permetterti di dire molto di più.

Musei, fashion brands, ricchi collezionisti: chi sono i vostri clienti ideali?

I pezzi realizzati all’interno dell’Atelier sono quasi tutti pezzi unici o comunque in tiratura di pochissimi esemplari, generalmente prodotti su richiesta per persone, gallerie o istituzioni che desiderano in qualche modo “fare parte della storia” che quell’oggetto rappresenta. Chi acquista i nostri pezzi non ha bisogno di un nuovo divano o di un tavolo più grande, è più interessato a come la sua casa può diventare un’esperienza, un “palcoscenico ideale”.

Cosa è la creatività?

Una curiosità inesauribile per ogni cosa.

A quali artisti vi ispirate?

Ci affascinano gli artisti che riescono a lavorare negli spazi liberi tra le discipline, sulle relazioni tra corpo, spazio e architettura. Cyprien Gaillard, ad esempio, con la sua capacità di creare un cortocircuito tra rovina e ricostruzione, tempo e memoria, oggetto e immagine è fonte di ispirazione per noi.

Arrivate entrambi dalla Romagna: quanto c’è di questa terra nelle vostre creazioni?

C’è l’anima in ogni cosa, ma c’è anche il gioco preso molto seriamente. Insomma, tutto deve essere talmente divertente da far riflettere.

Se un alieno arrivasse sulla terra e chiedesse di Atelier Biagetti cosa gli fareste vedere? Un solo lavoro…

Potrebbe essere lo specchio NO SEX…

Consigli per un giovane designer?

Il design è un modo per esplorare molti aspetti del comportamento umano. E’ uno studio del mondo che ci circonda, della società in cui viviamo e delle manie, delle pratiche, dei metodi, dei feticci e delle passioni, ma anche delle dipendenze, delle contraddizioni e dei conflitti. Coinvolge l’architettura ma anche la politica.  Questa è la cosa più importante: chiunque voglia fare questo mestiere non dovrebbe mai dimenticarlo.

Una cosa da fare assolutamente prima di morire?

Ce ne sono tantissime e nessuna di queste è una vacanza sul Nilo….

Come vi sentite alla fine di un progetto?

In genere andrenalinici, e ciò avviene anche quando un progetto fallisce miseramente. Fallimento è una parola che nessuno vuole sentire ma è un momento di riflessione molto forte che può offrire diverse opportunità di crescita e spesso ti permette di capire come realizzare il passaggio successivo.

A proposito di “passo successivo”. Dove sarà il vostro?

Nella nostra chiesa in Sicilia, dove presto apriremo una nuova casa-atelier.

Intervista: Germano D’Acquisto

Foto: Ludovica Arcero

 

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