
Robert Rauschenberg al Museo del Novecento, irresistibile dialogo senza tempo
Nel centenario della nascita di Robert Rauschenberg, il Museo del Novecento di Milano omaggia il maestro del New Dada con un progetto espositivo che intreccia passato e presente, sperimentazione e tradizione. L’iniziativa, in collaborazione con la galleria parigina Thaddaeus Ropac, crea un ponte tra le opere dell’artista americano e i capolavori della collezione permanente, dando vita a un dialogo visivo (e concettuale) capace di esaltare il carattere innovativo della sua ricerca.
Grazie alla collaborazione con la Robert Rauschenberg Foundation, i curatori Gianfranco Maraniello e Nicola Ricciardi con Viviana Bertanzetti hanno inserito lungo il percorso del Museo otto opere realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta, selezionate per le loro affinità tematiche, relazioni formali e analogie concettuali con gli artisti del Novecento italiano. Le opere di Rauschenberg si confrontano così con pezzi iconici dei maestri delle avanguardie – da Alberto Burri a Mario Schifano – rivelando sorprendenti punti di contatto tra il linguaggio sperimentale dell’artista americano e le ricerche di movimenti come l’Astrattismo, l’Arte Povera e il Concettualismo. L’inaugurazione dell’esibizione, uno degli eventi della Milano Art Week, è avvenuto l’altra sera davanti a tantissimi esponenti della cultura. Anche noi di Say Who eravamo presenti e ne abbiamo approfittato per ritrarre, fra gli altri, Julia Blaut, Alain Servais, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Giancarlo e Danna Olgiati, il senior Director della galleria Thaddaeus Ropac, José Castanal, Mark Westall, gli artisti Grazia Toderi, Flavio Favelli, Marcello Maloberti, Stefano Arienti e Matteo Cibic.
I rinnovati spazi del Museo sono diventati il teatro di una narrazione inedita, capace di restituire la forza visionaria di un artista che ha rivoluzionato il concetto di pittura e oggetto. Un’occasione imperdibile per riscoprire lo spirito ribelle, l’ironia e la continua voglia di sperimentare di uno dei protagonisti assoluti dell’arte contemporanea.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero
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