Da David Horvitz a Campeggi: lo spazio BiM cuore della creatività milanese
L’altra sera BiM, il progetto di rigenerazione urbana nel distretto di Bicocca che sta trasformando un iconico edificio in una work destination all’avanguardia, è diventato il fulcro della creatività milanese. Merito di due mostre in cui l’arte si è mescolata al design. A provocare lo spettacolare short circuit la mostra “Abbandonare il locale”, prima grande personale in Italia dedicata a David Horvitz. Allestita al sesto piano della struttura progettata da Vittorio Gregotti, dentro un ufficio in disuso, il progetto è stato curato da Nicola Ricciardi, direttore artistico di miart, che ha selezionato con l’artista californiano oltre 20 opere che ripercorrono altrettanti anni della sua carriera. A fare da leit motiv, i temi più importanti della poetica di Horvitz: dal concetto di tempo a quelli della transitorietà e dell’impermanenza. Cinque piani più in basso ha trovato ampio spazio “Salone Calmo. A Showcase of Campeggi Objects”, mostra installativa incentrata sull’iconico marchio del design italiano famoso per l’estro dei suoi prodotti. Anche stavolta, gli spazi di BiM non sono stati solo teatro ma parte integrante dello show, che ha avuto il suo momento clou nella proposta curata da C41, rivista indipendente e casa di produzione creativa, e da Specific, laboratorio di progettazione e produzione creativa multidisciplinare formato da Patrick Tuttofuoco, Nic Bello, Alessandra Pallotta, Andrea Sala e Stefano D’Amelio dove gli oggetti trasformabili di Campeggi hanno coinvolto il pubblico nel confort – sono parole degli stessi organizzatori – “di una slow experience in un mix tra arte, fotografia, video e design”.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero