Dining Table nasce dall’incontro tra l’ironia concettuale di Ron Gilad e il savoir-faire artigianale dell’azienda che lo produce, in una collaborazione che trasforma l’oggetto d’uso in una riflessione poetica sulla forma. Il designer israeliano, da sempre capace di muoversi sul confine tra arte e design, traduce in questo progetto la sua ricerca sulla percezione visiva e sulla leggerezza materica, ispirandosi ai grandi maestri del surrealismo e della metafisica — da De Chirico a Magritte, passando per Duchamp.
Il risultato è un tavolo che sembra negare la propria gravità: un piano in cristallo extra-light sospeso su una base in ferro laccato che disegna nello spazio una linea continua, come un segno di matita tridimensionale. È un gesto semplice, ma denso di significato, che racconta il desiderio di Gilad di ridurre la materia all’essenziale senza rinunciare alla forza espressiva.
La base, proposta in diverse tonalità, è la trasposizione astratta di un paesaggio intimo: le facciate dei palazzi di Tribeca, il quartiere newyorkese dove il designer ha vissuto per oltre un decennio. Attraverso questa collaborazione, la memoria personale diventa progetto e la funzione si fa racconto. Dining Table è così il punto d’incontro tra il rigore industriale e la poesia di un segno che, pur nella sua apparente fragilità, riesce a sostenere tutto.






