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11.06.2024 #moda

Paul Smith

Tutte le stampe e i pattern che vedete sono esclusivi

«Quando avevo 18 anni vivevo a Nottingham, nel centro dellInghilterra. Spesso mi recavo a Londra, in una zona chiamata Soho»

Paul Smith è tornato a Pitti Uomo a Firenze, per presentare la collezione primavera estate 2025, raccontata dallo stesso Sir Paul a un pubblico selezionato, a Villa Favard, una villa del XIX secolo nel centro della città, splendidamente decorata, nota per i suoi intricati affreschi e le sue grandiose proporzioni. Per un solo giorno la villa si è trasformata nel Bar Paul, un omaggio ai caffè italiani che lo stilista frequentava a Soho negli anni Sessanta. La collezione stessa si ispira a quelle atmosfere, con il consueto approccio giocoso alla sartorialità. Le cravatte kitsch annodate liberamente sono abbinate a camicie tono su tono sotto giacche in denim e blazer destrutturati in tela di cotone. Gli abiti sono realizzati con classici tessuti pied de poule e Principe di Galles, che ricordano la Swinging London degli anni Sessanta, mentre i capispalla utilizzano tessuti audaci per ottenere effetti accattivanti.

 

L’annuncio della sua partecipazione a Pitti Uomo è stata una sorpresa inaspettata. Cosa significa per lei questo ritorno?

Paul Smith:

«Dopo anni di sfilate a Parigi ho pensato che fosse il momento perfetto per fare qualcosa di più personale e che venisse più dal cuore. Penso che ne abbiamo tutti bisogno, anche perché il mondo sta impazzendo. Così dopo la prima volta, più di 30 anni fa, siamo tornati a Pitti!»

Può raccontarci qualcosa su questo concept più personale?

Paul Smith:

«Vorrei spiegarvi perché questa villa oggi è diventata Bar Paul (Smith) e anche perché la presenza di tutto questo materiale da artista sparso ovunque. Quando avevo 18 anni vivevo a Nottingham, nel centro dell’Inghilterra. Da lì mi recavo a Londra, in una zona chiamata Soho, che all’epoca era un po’ trasgressiva, ma aveva anche dei locali fantastici per la musica. C’era anche un colony club francese, dove Lucian Freud, Frank Auerbach e Francis Bacon erano soliti andare a bere. La maggior parte degli outfit delle mie collezioni primavera estate 2025 sono ispirati a quelli tipici che quei ragazzi avrebbero indossato, dai loro studi alle serate fuori.»

Quali sono gli highlight della collezione?

Paul Smith:

«C’è sicuramente una grande attenzione ai materiali, a partire dalla nostra nuova collaborazione con Lee, storico marchio americano, produttore di jeans dal 1889. Con loro siamo riusciti a creare diversi bellissimi pezzi, come i pantaloni da falegname jacquard, o quelli realizzati utilizzando uno speciale tessuto denim a spina di pesce che abbiamo realizzato. Alcuni capi sartoriali sono fatti con quelli che vengono chiamati tessuti 130’s. Hai presente quando vai alle fiere e ti dicono che questa è qualità 130’s e non hai idea di cosa intendano? Posso spiegarlo. In sostanza, qualsiasi tessuto classificato tra 120 e 160 implica che il filato è ritorto ed è davvero bello. Questa qualità deriva dalla parte a pelo lungo della pecora. Il risultato è un tessuto fantastico, perché è estremamente vitale.»

 

 

 

Il suo brand è identificato da vari modelli e pattern che sono un marchio di fabbrica. Quanto è rilevante avere uno stile immediatamente riconoscibile nel 2024?

Paul Smith:

«C’è molto lavoro dietro. Per cominciare, abbiamo il nostro team interno di progettazione tessile, quindi ogni stampa e ogni modello che vedi è esclusivo. Abbiamo anche un bellissimo archivio nella mia città natale, Nottingham. Un archivista a tempo pieno se ne prende cura, dato che ora abbiamo lì 4600 capi di abbigliamento. Grazie alla combinazione di questi due elementi essenziali siamo in grado di creare stili immediatamente riconoscibili. Un esempio di questa nuova collezione può essere una camicia con una stampa inkjet ottenuta da una fotografia di fiori su cui è stato dipinto a mano. Il suo colletto, che ho trovato in archivio, ha un’apertura davvero insolita e il risultato è unico.»

È questo approccio unico che rende Paul Smith così popolare tra i VIP su entrambe le sponde dell’Atlantico?

Paul Smith:

«Abbiamo un bellissimo negozio a Los Angeles, in Melrose Avenue, e lì riscuotiamo un grande riscontro vestendo sia attori che musicisti. Recentemente ho collaborato con i Rolling Stones, disegnando la copertina del loro album, il che ha avuto un enorme successo. Lavoriamo ancora molto con i musicisti e, come probabilmente saprai, ho collaborato tanto con David Bowie. Naturalmente in questa collezione sono presenti anche alcuni outfit pensati per vestire i VIP. Mi riferisco in particolare ad un abito da Red Carpet, realizzato in un bellissimo fresco di lana, portato all’estremo, con collo a scialle, ricami e una silhouette molto sottile, che è molto d’effetto nella versione blu acceso.»

Intervista: Giuliano Deidda

Foto: Ludovica Arcero

 

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