Linea Daria
L’ironia che demonizza gli ostacoli della vita
Alla base di tutto c’è l’ironia che demonizza gli ostacoli della vita, senza ovviamente togliere profondità
“Tryin’ to make your ideas out of the ordinary”. Per Linea Daria, che conta più di 100mila followers su Instagram, le idee extra-ordinarie sono alla base del giorno. Un progetto che è diverse cose che insieme prendono un significato bellissimo. Da profilo-portfolio, dove venivano caricate le illustrazioni, a studio creativo che collabora oggi con diversi e importantissimi brand del lifestyle e della moda, passando anche per la realizzazione di un marchio di abbigliamento. Un progetto che nasce sui social e si espande nel mondo digital che però non vuole rinunciare al legame con le persone: infatti, da poco ha aperto il suo primo store a Bergamo in Via Sant’Orsola 27°. Un luogo speciale che custodisce il mondo Linea Daria e che allo stesso è casa per tutti coloro che vogliono entrare. È un racconto semplice, veloce e fresco, perché la vita ha bisogno anche di ironia.
Com’è nata l’idea di Linea Daria?
Ho dato vita al progetto verso la fine del 2019. Lavoravo in un’agenzia di comunicazione ma non riuscivo a far emergere la creatività che c’era in me. Sono sempre stata appassionata di disegno, ma da autodidatta, così ho intrapreso dei corsi di formazione sui programmi di grafica e alla fine eccoci qua.
Cosa l’ha spinta a condividere tutto sui social?
Ho aperto la pagina Instagram durante il mio periodo in agenzia, dove postavo i miei disegni commissionati da altre persone. Ho scelto il social di Meta da una parte per la grande visibilità che dà, dall’altra perché avevo bisogno di un portfolio ma non ne volevo uno classico. Lentamente la pagina social è cresciuta ed è stato il mio modo di entrare in contatto con altre aziende.
Perché Linea Daria?
I primi disegni erano composti da linee che ricordavano le scie degli aerei, erano molto fluidi: un viaggio della mia creatività. “Linea Daria” è anche un’espressione usata per descrivere la distanza tra due punti che sono molto vicini e che sono facilmente raggiungibili. E per me è il modo più veloce per arrivare al mio sogno, che è questo progetto. Per i clienti, invece, è l’obiettivo di essere unici e straordinari nel minor tempo possibile e in maniera molto efficace. Dà l’idea di nome e cognome, anche se mi chiamo Anna, e mi piaceva il concetto dell’aria intesa come scia di un aereo, che difatti, dopo, è diventato il nostro logo.
Quali sono i valori di questo progetto?
Sicuramente alla base di tutto c’è l’ironia che demonizza gli ostacoli della vita, senza ovviamente togliere profondità. Poi Linea Daria è un po’ come se fosse una casa: un luogo dove chiunque può entrare e stare bene, sentirsi accettato, apprezzato e ascoltato.
C’è un legame tra un’idea artistica e l’altra?
La connessione è la composizione breve, una sorta di schiettezza ironica e alle volte anche un po’ onirica, che si declina nei due filoni principali: quello ironico e quello romantico-motivazionale, che sono anche due parti del mio carattere.
Vedo spesso riferimenti ad alcool e vita mondana. Preferisce Netflix sul divano o serata con gli amici e gin tonic in mano?
Perché scegliere? Potrebbe essere Netflix sul divano con gin tonic in mano (ride, ndr)
Siete un team tutto al femminile e all’interno della sua arte è spesso presente un riferimento alle donne. Mi vuole raccontare di più di questo aspetto della sua arte e del suo valore?
Essendo un team al femminile, le donne e la figura della donna nella società è al primo posto. Ha ampio spazio nella mia arte. Ma come dicevo prima, Linea Daria è una casa inclusiva che accoglie tutt* e quindi ci siamo affiancate a tante battaglie sociali. Ad esempio, abbiamo collaborato con LILT- Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori, e con loro abbiamo realizzato una grafica speciale sulla bag “Noi Combattiamo” che riassume in modo diretto la mission di LILT, esortando all’azione. Abbiamo lavorato anche Bossy.it, associazione no profit nata nel 2014 che si occupa di parità nel senso più ampio del termine. Mi batto per il ruolo della donna nella società e per le pari opportunità. In generale, per le persone.
Lavorate moltissimo anche come creative studio per altri marchi…
Sì, e devo dire che è la parte che mi permette di giocare di più con la creatività, ma allo stesso tempo di far emergere i miei studi in marketing, dato che si tratta di disegnare una vera e propria strategia offline e online per il brand di riferimento. Abbiamo lavorato con Foot Locker, Harmont&Blaine, Lacoste, Bobbi Brown, Peroni e tanti altri marchi.
Poi arriva anche una sezione abbigliamento…
Diciamo che siamo inciampate nel mondo moda. Dalle frasi ho creato una linea di magliette cha ha avuto un grande successo e così nel 2020 abbiamo aperto l’online. Poi è arrivata la Rinascente che ha deciso di vendere i nostri prodotti e ci ha dato un grande scossone: dal produrre capi solo su ordinazione siamo passate al produrne in grandi quantitativi, che facciamo internamente. Dopo t-shirt e felpe abbiamo aggiunto i cappellini, che oggi sono un best-seller. La linea d’abbigliamento sta crescendo moltissimo: per l’estate abbiamo realizzato delle camicie unisex in lino, dei cappellini in paglia e altri prodotti, ma anche a settembre ci saranno delle belle sorprese. La crescita è stata possibile grazie al negozio che abbiamo in centro a Bergamo che prima era solo un temporary, che oggi è diventato il nostro primo flagship. Abbiamo da poco inaugurato Linea Daria Concept Store in Via Sant’Orsola 27a nel centro storico della nostra Bergamo e interamente ripensato e realizzato con Capponi General Contractor.
Le piacerebbe realizzare un capo in collaborazione con un marchio del lusso?
Assolutamente sì, mi piacerebbe moltissimo Prada nel fashion e nel design Seletti. E poi Baci Perugina o anche i biscotti della fortuna.
Per concludere: artista, designer, art director e imprenditrice. Chi è Anna?
Credo tutte queste cose. Sono partita dall’essere artista e art director, poi designer e alla fine giovane imprenditrice. Se la vita è un viaggio, la destinazione la decide chi guida e nel mezzo ci sono diverse tappe, non è detto che debba essere una sola.
Intervista: Flavio Marcelli
Foto: Ludovica Arcero