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05.11.2024 Triennale Milano #moda

Triennale Milano celebra Elio Fiorucci con una mostra visionaria, audace e pop 

Uno, nessuno, centomila Elio Fiorucci. Triennale Milano rende omaggio alle infinite sfaccettature del geniale stilista attraverso una mostra che ne indaga le innumerevoli dimensioni creative. Designer, cool hunter e imprenditore: Fiorucci ha letteralmente rivoluzionato la cultura del ‘900 osando con colori a neon, design e arte contemporanea.

Milanese, classe 1935, è stato lui a creare alla fine degli anni ’60 il primissimo concept store, dove il pubblico poteva perdersi fra moda, dischi, libri e oggetti provenienti da ogni angolo del mondo. Un luogo magico poi diventato un punto di riferimento per happening e performance, oltre che teatro per l’arte e la musica. Uno spazio unico dove, sono parole sue, “poter viaggiare senza avere un biglietto in tasca”. Il suo universo anticonformista ora sbarca negli spazi di Triennale, che si trasformano un po’ in quell’iconico concept store nato nel ’67 a Milano e poi esportato a New York, Tokyo, Sydney e Los Angeles. La mostra, allestita fino al 16 marzo 2025, è una sorta di diario visivo dove i progetti culturali e imprenditoriali di Fiorucci si intrecciano alle sue vicende umane. Ad accompagnare il pubblico è infatti la voce stessa del designer, raccolta grazie a registrazioni mai ascoltate prima, che rende il viaggio ancor più emozionante e denso. L’esposizione, a cura di Judith Clark, si è aperta l’altra sera alla presenza di tanti volti noti della cultura. Anche noi eravamo lì e abbiamo fotografato, fra gli altri, Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano, Floria Fiorucci, sorella di Elio e guida del brand Love Therapy, Alessandro Pisani e Francesca Murri, rispettivamente Ceo e direttore creativo di Fiorucci, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Massimo Giorgetti, founder e direttore creativo di MSGM, la stilista Chiara Boni, la curatrice britannica Judith Clark, le galleriste Antonia Jannone e Rossana Orlandi, Fulvia ed Elisa Mendini, il curatore Milovan Farronato e l’artista Francesco Vezzoli.

Ognuno immerso all’interno dell’allestimento firmato da Fabio Cherstich (anche lui presente l’altra sera), creato per mettere in risalto la teatralità di ogni capitolo del racconto, spesso del tutto simile a una favola. 

Foto: Ludovica Arcero e Alessio Ammannati
Testo: Germano D’Acquisto

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