L’estetica dell’incontro di Antonio Marras
La primavera estate 2026 aggiunge all’universo mitologico di Antonio Marras una nuova leggenda. Questa volta i protagonisti sono lo scrittore inglese D.H. Lawrence e sua moglie, la nobildonna tedesca Frieda Von Richthofen. La coppia trascorse del tempo in Sardegna nel 1921, il cui risultato fu il libro Mare e Sardegna dello stesso Lawrence. Marras si immagina che i due si fermino nella sua Alghero e se ne innamorino a tal punto da invitare i loro amici, la scrittrice modernista Katherine Mansfield e tutti i componenti del circolo Bloomsbury di Virginia Woolf. Questo spunto affascinante è il pretesto per sviluppare una collezione incentrata sulla contaminazione, sia estetica che culturale. Le opere dei componenti del Bloomsbury Group hanno infatti contribuito all’evoluzione delle nostre società, anche in materia di femminismo, pacifismo e sessualità. Per vestire questi personaggi, nel loro immaginario soggiorno in Sardegna, Marras mixa quindi presente e passato. Ma non solo, i codici stilistici dell’Inghilterra post vittoriana incontrano pezzi originali dei costumi sardi, grazie alla collaborazione con l’archivio del Laboratorio Piroddu di Sennori (SS), sartoria specializzata nella confezione e nel restauro di costumi tradizionali. Questo corto circuito estetico vuole rompere le regole dell’etichetta tanto detestata da Lawrence e dai suoi amici, per creare uno stile contemporaneo. Nel mondo ideale di Marras la Sardegna, al centro del Mediterraneo, può essere l’epicentro di questo rinascimento culturale e estetico, basato sull’incontro e sulla’inclusione. Per questo, la star della sfilata è il pastore sardo Giuseppe Ignazio Loi che, interpreta il ruolo di un pastore appunto nel film La vita va così di Riccardo Milani, nelle sale a ottobre. Tra il pubblico non mancavano Clara Mathilde McGregor, Fanny Egle, Michele Bravi, Giorgia Malerba e Rachele Santoro.
Testo: Giuliano Deidda
Foto: Francesca Zama
