La visione di Dhruv Kapoor tra memoria e profezia
La passerella di Dhruv Kapoor è coperta di una sabbia su cui i modelli della sfilata Co-ed lasciano le proprie impronte, materializzando il tema della collezione “Foundations&Futures”. Una musica ancestrale riecheggia portando la profezia dello stilista: «Costruiamo da ciò che era rotto». Così, per la Primavera Estate 2026, Dhruv Kapoor punta a una moda che cura e unisce, raccoglie i simboli del passato e li rende fluidi, leggeri, futuri. Lo dimostra nella commistione tra le silhouette uomo e donna che si alternano senza soluzione di continuità: mentre i modelli indossano top con bottoni e gonne midi, le modelle sfoggiano completi giacca e pantalone destrutturati. E poi tutto si rimescola, mentre le stoffe e le fantasie comunicano tra loro. I ricami floreali fanno da filo rosso tra tradizione e presente, maschile e femminile, India e Milano; declinati in ramoscelli brillanti o delicate esplosioni bianche su tessuti sgargianti. Una giacca oversize a mezze maniche con ricami floreali si trasforma in una gonna a matita, un gilet con colletto dritto e mezzelune nere brillanti diventa un maglione a botte con maniche a sbuffo. Anche gli accessori mutano forma, come le Case, portate a mano o allacciate in vita, o le cinture sottilissime che si indossano ai fianchi o al collo. I piedi sono scalzi o vestono un paio di ballerine con fibbie intrecciate, minimali, in pelle, o massimali se con l’aggiunta di borchie. Al loro passaggio, la sabbia sussurra il ricordo di chi l’ha appena smossa, mentre un alito di vento racconta già ciò che sarà.
In front row sedevano Anna Dello Russo, Saweetie, Paul Forman e Alex Wyse, insieme alle Triplets, a Veronika Yoko, a Brian Boy, a Tamara Kalinic e a Giovanni Zattera: un parterre variegato che, come uno specchio, rifletteva le molte sfumature del futuro immaginato in passerella.
Testo: Anna Zucca
Foto: Alessio Ammannati
