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Il mash-up spazio temporale di Pierre-Louis Mascia apre la fashion week maschile
Una passerella scarna e consapevolmente fredda, all’interno di una famosa location dal sapore industriale nella zona dei Navigli, è lo scenario che Pierre-Louis Mascia ha voluto per fare da contrasto alla morbidezza avvolgente delle proprie creazioni. Qui il designer può esaltare il mix di riferimenti poetici, dal Romanticismo di Keats all’era vittoriana, passando per il Rinascimento italiano. Mascia immagina la propria collezione come un poema visivo, nel quale esplora la ricerca del sensuale in un mondo freddo, appunto. Di conseguenza, il brand fa sfilare un mash-up di stili che attraversa le epoche, mescolando pesi, silhouette, stampe, tailoring, casual e streetwear, indossati da modelli dall’aria sognante con sottobraccio dei dischi in vinile d’annata. Non mancano naturalmente nuove stampe e amalgami di motivi, sviluppati con Achille Pinto, un laboratorio di stampa tessile con sede a Como dal 1933. Questa stagione il brand ne presenta venti nuove. I motivi sono mescolati, dipinti, ridisegnati, composti e ricomposti, trasformati in una sottile miscela di tecniche sia analogiche che digitali, per decorare i tessuti lussuosi che rappresentano la ricerca dell’effimero secondo Pierre-Louis Mascia. Erano presenti ad applaudire la collezione Ghemon, Riccardo Petri, Nikita Vlassenko, Louise Parent, Sespo, Adriana e Luciana Toledo e molti ancora.
Foto: Ludovica Arcero
Testo: Giuliano Deidda