08.10.2025 Palazzo Morando, Milan #arte

Fondazione Nicola Trussardi porta l’occulto a Milano: inaugura la mostra Fata Morgana

Palazzo Morando, Milan

Milano ha i suoi riti, e l’altra sera a Palazzo Morando se ne è celebrato uno dei più attesi: l’opening di Fata Morgana: memorie dall’invisibile, la nuova mostra ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi per Palazzo Morando | Costume Moda Immagine. Vernissage da tutto esaurito, con pubblico da red carpet dell’arte: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Giò Marconi, Massimo De Carlo, Francesco Bonami, Vincenzo de Bellis, Lorenzo Giusti, Nicola Ricciardi, Stefano Tonchi, Milovan Farronato. Una lista che sembrava l’indice di un manuale di storia dell’arte contemporanea, con tanto di appendice glamour. C’erano anche gli artisti, da Guglielmo Castelli a Giulia Andreani, Diego Marcon, Yuri Ancarani, Marcello Maloberti e Jill Mulleady, mentre a fare gli onori di casa c’era Beatrice Trussardi, sorridente e imperturbabile come se fosse cosa da poco tenere insieme arte, esoterismo e mondanità.

La curatela, firmata da Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini, ha trasformato il palazzo barocco nel cuore del Quadrilatero della Moda in un set che oscillava tra Netflix e seduta spiritica. Corridoi e sale sono diventati una macchina del tempo popolata da medium, visionarie, artiste e maestri contemporanei che hanno provato a dare forma all’invisibile. Più di duecento opere in mostra, un percorso che parte dall’Ottocento e arriva ai giorni nostri: fotografie d’archivio, film sperimentali, disegni, sculture, riti, diagrammi geometrici che sembrano mappe cosmiche. Clou indiscusso: le sedici tele di Hilma af Klint, finalmente in Italia, che hanno scatenato selfie, discussioni e sguardi rapiti come se fossero la nuova capsule collection di Prada. Per molti, un debutto assoluto: per altri, la conferma di un enigma pittorico che ancora oggi appare più visionario di tante avanguardie.

E come ogni opening che si rispetti, non poteva mancare la sua appendice mondana: una cena esclusiva da Cracco in Galleria Vittorio Emanuele, dove gli ospiti selezionati hanno proseguito la serata tra calici, piatti d’autore e chiacchiere sul soprannaturale. In fondo è questo il fascino di Fata Morgana: prende l’invisibile e lo porta a spasso per Milano, mescolando l’occulto con l’aperitivo, il surrealismo con i blazer, la teosofia con il dress code da opening night. Un atlante dell’ignoto raccontato con la leggerezza di chi sa che oggi i fantasmi non si evocano più col tavolino che trema, ma con un QR code. E il bello è che funziona: la città, per una sera, ha creduto davvero che l’arte potesse aprire varchi su un altro mondo. Poi tutti a cena, certo. Ma con la sensazione che qualcosa fosse rimasto sospeso, invisibile sì, ma molto presente.

Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Stefano Sensolo


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