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17.09.2024 Triennale Milano #moda

La delicata visione dream pop di Francesca Murri risveglia Fiorucci

Inutile negarlo, c’era grande attesa per il debutto in passerella del nuovo corso di Fiorucci. Parliamo di un brand che è uno dei simboli di Milano, esattamente come il Duomo e il Castello Sforzesco. Il suo fondatore era l’unico esponente italiano del cerchio magico che negli anni Settanta e Ottanta ruotava intorno a Andy Warhol, il che ha portato un allure cosmopolita alla moda italiana. Francesca Murri è riuscita a ricreare sulla passerella alcune delle sensazioni di quegli anni, naturalmente in una dimensione aggiornata e adattata a una collezione di prêt-à-porter degli anni 2020. Gli anni d’oro del passato di Fiorucci hanno fatto capolino nella scelta delle silhouette allungate di abiti sottoveste (sia per lei che per lui), tuniche, trench spolverini dalle dimensioni over. Anche la scelta di alcuni materiali è stata vistosamente vintage, in particolare si è rivisto il Tyvek, un tessuto sintetico che ricordava la carta, che nella metà degli anni Settanta spopolava su giubbini e tute, qui utilizzato per un completo T-shirt e gonna. Ha un ruolo di protagonista il denim, naturalmente, che Murri utilizza per sperimentare design ibridi o innovativi, come il trench aperto dietro, o l’abito salopette. Tra i fan del marchio a applaudire la sfilata erano presenti Ariete, Stella Bossi, Santangelica, Gianmaria e molti altri.

Testo: Giuliano Deidda

Foto: Vincenzo Migliore

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