10.09.2025 BAAB Gallery, Rome #arte

BAAB apre a Roma: underground, arte e performance in una biennale sotterranea

BAAB Gallery, Rome

Roma ha un nuovo sottosuolo da abitare, e non è quello delle catacombe. È quello di BAAB – Basement Art Assembly Biennial, la “sedicente biennale” che ha inaugurato il 10 settembre trasformando Basement Roma in un laboratorio claustrofobico e visionario. Ideata e curata da Ilaria Marotta e Andrea Baccin, direttori di CURA, BAAB si muove dentro e fuori lo spazio indipendente nato nel 2012, invadendo cinema, teatri, manifesti e una città che diventa cassa di risonanza di un pensiero critico sotterraneo. La lista degli artisti è già un manifesto: da Jeremy Deller a Mark Leckey, da Carsten Höller a Nora Turato, passando poi per Puppies Puppies e Selma Selman. E non è che l’inizio: altre presenze arriveranno nelle prossime settimane insieme a talks, conferenze, proiezioni, podcast.

La serata inaugurale, segnata da performance, azioni collettive e una folla densa fino a invadere la strada, ha visto la presenza dei direttori di CURA, di molti artisti e di volti noti della cultura italiana. Fra questi il curatore Nicolas Bourriaud, il belga Carsten Höller, la svizzera Claudia Comte, il portoghese Davide Balula, l’argentina Cecilia Bengolea, lo svedese Karl Holmqvist e lo svizzero Tobias Spichtig. E poi, Marco Delogu, Elisabetta Benassi, Clara Tosi Pamphili, Gigiotto Del Vecchio, Ruggero Pietromarchi, Damiana Leoni, la giornalista Alessandra Mammì e la collezionista Ines Musumeci Greco.

L’opening ha confermato lo spirito del progetto: più che un battesimo, un’assemblea informale e meticcia, tra artisti, curatori e pubblico trascinato in un’atmosfera a metà tra festa e rito. Non a caso il claim è “underground is the new institution”: al centro non c’è l’ennesimo white cube, ma un organismo in trasformazione, un performing space che si riscrive ogni settimana, nutrendosi di opere, azioni, film, interventi sonori e social dinners. È un corpo in crescita che vuole mettere in crisi la rappresentazione classica e immaginare futuri alternativi.

Un’assemblea corale e ibrida, sostenuta da Soho House Rome e amplificata da e-flux e ZERO, accompagnata da un newspaper firmato CURA per un debutto che non sembra un inizio, ma un atto politico.

Foto: Niccolò Campita
Testo: Germano D’Acquisto

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