Cyprien Gaillard alle OGR di Torino trasforma il cinema in scultura
E’ una delle star più lucenti dell’arte contemporanea mondiale. Una figura complessa, articolata e per certi versi controversa ma di puro e seducente talento. E’ il quarantaseienne Cyprien Gaillard che ora sbarca al Binario 1 delle OGR Torino per la mostra “Retinal Rivalry”, curata da Samuele Piazza. Il nuovo video dell’artista parigino atterra come un Ufo sotto la Mole durante la Torino Art Week 2024 e ci racconta di un viaggio, fisico ma anche spirituale, attraverso l’ambiente edificato della Germania. Si volteggia così fra l’Oktoberfest e le rovine romane scoperte in un parcheggio degli anni ‘70 sotto la cattedrale di Colonia; fra un Burger King all’interno di un’ex sottostazione elettrica che un tempo fu sede dei raduni nazisti a Norimberga e l’infrastruttura turistica che attraversa il romantico paesaggio di Bastei, più volte ritratto dal pittore Caspar David Friedrich.
Il lavoro – complesso e seducente come d’altronde tutti quelli firmati da Gaillard – ha il pregio di donare consistenza fisica alle immagini cinematografiche trasformandole in vere sculture pensate per gli spazi delle ex officine dei treni OGR. Ne viene fuori un universo carico di contraddizioni dove il senso di realtà delle immagini si scontra con la loro esistenza effimera. La mostra, commissionata dalle OGR Torino e co-prodotto fra gli altri con Fondation Beyeler, Haus der Kunst München e il Ministero della Cultura francese, è stata inaugurata l’altra sera alla presenza di moltissimi esponenti dell’arte e della cultura. Noi eravamo lì e abbiamo incontrato fra gli altri Delaine Le Bas, Giovanna Caruso Fendi, Samuele Piazza, Francesco Manacorda, Nicola Ricciardi, Marzia Migliora, Luca Lo Pinto, Andrea Lissoni, Susanne Pfeffer e Tal Sterngast.
Ultimissima annotazione. Gaillard non ha solo firmato il video ma ha arrangiato anche la colonna sonora. L’ha rielaborata utilizzando le fonti più disparate: dalla musica giavanese alle registrazioni sul campo dagli archivi dell’UNESCO fino ai suoni di un piccolo organo trovato per le strade di Weimar per commemorare Johann Sebastian Bach. Insomma un progetto a 360 gradi, in perfetto stile Gaillard.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero
Exhibition views: Andrea Rossetti – OGR Torino