Triennale Milano custodisce l’affascinante universo di Gae Aulenti
Per molti milanesi, anche quelli meno avvezzi al mondo dei volumi, dello spazio e delle superfici, è un nome assai familiare perché legato a una delle piazze più note della città. Ma Gae Aulenti è stata uno dei giganti dell’architettura, capace di firmare progetti iconici come il Museo d’Orsay, trasformato da ex stazione ferroviaria a spazio espositivo, o la lampada Pipistrello, prodotta da Martinelli Luce e nata come arredo site-specific per il negozio parigino di Olivetti. Ora Triennale Milano le dedica un’ampia retrospettiva, curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli e Nina Bassoli, che ci svela il suo personalissimo modo di vedere, immaginare e progettare la realtà. Un tour in oltre sessant’anni di carriera, in cui la poliedrica progettista ha perlustrato ambiti come il disegno a scala urbana, l’exhibition design, l’architettura del paesaggio, la progettazione degli interni, il furniture design, la grafica e perfino la scenografia teatrale. L’esibizione è stata inaugurata l’altra sera alla presenza di molti personaggi del mondo dell’arte e della cultura. Fra questi, oltre ovviamente a Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano, anche Francesco Vezzoli, Marco Sammicheli, Rossana Orlandi, Antonia Jannone, Yuri Ancarani, Francesco Mandelli e Luisa Bertoldo. Tutti hanno percorso l’intrigante allestimento firmato Tspoon, costituito da ambienti in scala 1:1 e da materiali originali custoditi nell’archivio milanese del grande architetto tra disegni, foto e maquette. Insomma, fino al 12 gennaio una corposa fetta dell’universo di Gae sarà custodita qui.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Andrea Sgambelluri e Alessio Ammannati