L’artista sciamana Eun-Me Ahn colora di rosa l’isola di San Giacomo
L’evento più colorato, spiazzante e sciamanico di tutta la Biennale è stato “Pinky Pinky ‘Good’: San Giacomo’s Leap into Tomorrow”. Un’esplosione di danze, fumi rosa e canti esotici presentato dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo all’isola di San Giacomo. Il progetto, a cura di Hans Ulrich Obrist, è stato firmato dall’artista, danzatrice e coreografa Eun-Me Ahn. Un rituale collettivo e trasformativo di benedizione, ispirato alla tradizione sciamanica coreana. Immersa fra un pubblico di curatori, artisti e direttori di musei, Eun-Me Ahn ha invocato gli spiriti del passato su un’isola dalle tante vite: prima antico monastero, poi guarnigione militare dell’era napoleonica e dal 2026 nuova casa della prestigiosa istituzione d’arte diretta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo dopo Torino, Guarene e Madrid. Obbiettivo della performance, anzi dell’“encounterface project” (così la definisce la stessa artista): stabilire un link tra l’aldilà e il presente attraverso l’inclusione di sculture umane. Eun-Me Ahn, che in passato ha studiato pratiche sciamaniche e danza contemporanea all’Ehwa Womans University di Seul, ha concluso il rito versando simbolicamente sull’isola dell’acqua di mare di Venezia usando una gru. Un’azione allegorica capace di svelare il salto dell’isola di San Giacomo verso il futuro e di coinvolgere ogni singolo spettatore, chiamato dai ballerini e i musicisti di Pinky Pinky “Good” a partecipare attivamente a questo rituale trasformativo. Fra i tanti protagonisti coinvolti in questa esperienza mistica, oltre alla padrona di casa e al curatore, presenti in total pink, anche Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani, Emma Lavigne, Sarina Tang, Carlo Ratti, Jay Jopling, Maya Hoffman, Manuela Luca Dazio, Veronica Marzotto, Guillame Cerutti, Marco Balich, Yuri Ancarani, Francesca Lavazza, Arturo Galansino e Francesco Manacorda.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero