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Mandarin Oriental Vienna: una rinascita firmata Goddard Littlefair

Nel cuore del Primo Distretto di Vienna, il nuovo Mandarin Oriental Vienna nasce dall’incontro calibrato tra un’icona della Secessione — l’ex tribunale progettato da Alfred Keller nel 1908 — e la sensibilità narrativa dello studio londinese Goddard Littlefair. Una collaborazione durata sei anni che non si limita a restaurare, ma reinventa l’edificio, trasformandolo da luogo di disciplina a spazio di accoglienza e bellezza.

Martin Goddard e Jo Littlefair hanno lavorato come interpreti della Vienna di inizio Novecento, esplorando quella tensione tra ordine e ribellione che animava la Secessione. “Tra conformare e ribellarsi c’era una magnetica tensione,” racconta Goddard. Un principio che attraversa tutto il progetto: architettura storica conservata con rigore, materiali preziosi usati con misura, interventi contemporanei che sembrano appartenere naturalmente all’edificio.

Le 138 camere, pensate “come spazi da abitare, non da attraversare”, come spiega Jo Littlefair, rispecchiano una sofisticata atmosfera residenziale; mentre la corte interna, la scalinata restaurata e le luminose aree comuni compongono un racconto fluido tra passato e presente. Lo studio firma anche le 24 residenze private adiacenti, declinando lo stesso linguaggio in chiave più intima. Il Mandarin Oriental Vienna non è solo un restauro impeccabile: è un nuovo capitolo del lusso viennese, elegante, discreto e profondamente contemporaneo, dove storia e design dialogano senza attriti (crediti fotografici: Mel Yates).

Mandarin Oriental Vienna: una rinascita firmata Goddard Littlefair

Nel cuore del Primo Distretto di Vienna, il nuovo Mandarin Oriental Vienna nasce dall’incontro calibrato tra un’icona della Secessione — l’ex tribunale progettato da Alfred Keller nel 1908 — e la sensibilità narrativa dello studio londinese Goddard Littlefair. Una collaborazione durata sei anni che non si limita a restaurare, ma reinventa l’edificio, trasformandolo da luogo di disciplina a spazio di accoglienza e bellezza.

Martin Goddard e Jo Littlefair hanno lavorato come interpreti della Vienna di inizio Novecento, esplorando quella tensione tra ordine e ribellione che animava la Secessione. “Tra conformare e ribellarsi c’era una magnetica tensione,” racconta Goddard. Un principio che attraversa tutto il progetto: architettura storica conservata con rigore, materiali preziosi usati con misura, interventi contemporanei che sembrano appartenere naturalmente all’edificio.

Le 138 camere, pensate “come spazi da abitare, non da attraversare”, come spiega Jo Littlefair, rispecchiano una sofisticata atmosfera residenziale; mentre la corte interna, la scalinata restaurata e le luminose aree comuni compongono un racconto fluido tra passato e presente. Lo studio firma anche le 24 residenze private adiacenti, declinando lo stesso linguaggio in chiave più intima. Il Mandarin Oriental Vienna non è solo un restauro impeccabile: è un nuovo capitolo del lusso viennese, elegante, discreto e profondamente contemporaneo, dove storia e design dialogano senza attriti (crediti fotografici: Mel Yates).