31.10.2025 OGR, Turin #arte

Alle OGR Torino l’arte incontra la tecnologia tra stelle, dati e sogni elettrici

OGR, Turin

Alle OGR Torino, l’altra sera, è sembrato che l’arte avesse deciso di mettersi in risonanza con l’universo. Un po’ come il titolo scelto da Laure Prouvost — “We Felt a Star Dying” — suggerisce, la serata inaugurale delle nuove mostre allestite all’interno dell’hub della Fondazione CRT, ha avuto qualcosa di cosmico, di pulsante e insieme fragile. Come una sorta di vibrazione capace di attraversare i binari dell’ex officina meccanica per tradursi poi in luce, suono, materia. Le OGR hanno accolto tre progetti che intrecciano arte e tecnologia, memoria e futuro: oltre all’installazione immersiva firmata Prouvost, curata per LAS da Carly Whitefield e per OGR da Samuele Piazza, anche la collettiva “Electric Dreams. Art & Technology Before the Internet”, curata da Val Ravaglia e Samuele Piazza, e “Drumming for Love” dell’artista kosovara Erzë Dinarama.

Molta l’energia tra i corridoi industriali e le proiezioni sensoriali. Presenti al triplo vernissage, oltre a Davide Canavesio, presidente OGR, a Patrizia Polliotto, segretario generale Fondazione CRT e ai tre artisti, tanti volti dell’arte — tra cui Francesco Manacorda, Diego Perrone, Francesco Simeti, Davide Quadrio, Ilaria Bonacossa, Daniel Birnbaum, Walter Guadagnini, Francesco Stocchi, Luca Molinari, Draga & Aurel, Ilaria Marotta e Andrea Baccin, — che si sono mossi tra i binari, attraversando universi paralleli: dal viaggio quantistico ideato dalla Prouvost con il filosofo Tobias Rees e lo scienziato Hartmut Neven, fondatore di Google Quantum AI, che trasforma il quantum computing in esperienza sensoriale, al percorso di Electric Dreams, che rilegge oltre quarant’anni di sperimentazione artistica prima dell’era Internet, quando l’immaginazione era ancora un campo aperto da esplorare.

Infine, nel Binario 3, Drumming for Love: il battito del fiume Po tradotto in dati, immagini e suoni. Erzë Dinarama, in residenza alle OGR con il programma europeo S+T+ARTS4WaterII, restituisce la voce del fiume — e delle comunità che lo abitano — in una partitura visiva che mescola ecologia, emozione e algoritmo.

Tre mostre, tre linguaggi che si incontrano per ribadire la vocazione delle OGR come laboratorio di futuro: un luogo dove la ricerca artistica non si limita a rappresentare il mondo, ma tenta, ostinatamente, di riscriverne il codice.

Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero

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