KAWS invade Palazzo Strozzi con THE MESSAGE: dialogo tra Rinascimento e pop
Firenze si è svegliata ieri con un insolito cortocircuito tra passato e presente: il cortile di Palazzo Strozzi ha ospitato l’inaugurazione di THE MESSAGE, la nuova installazione site-specific di KAWS, artista americano capace di mescolare pop, street art e alta cultura in un linguaggio riconoscibile e irresistibile. In dialogo con l’architettura rinascimentale del palazzo e con la mostra in corso dedicata a Beato Angelico, l’opera trasforma uno dei soggetti più celebri del frate pittore – l’Annunciazione – in una scena contemporanea, dove la venerazione sacra lascia spazio a un oggetto iconico del nostro tempo: il telefono cellulare. Un simbolo della nostra iperconnessione che diventa fulcro della scena, tra malinconia, vulnerabilità e solidarietà, emozioni universali che da sempre animano i personaggi di KAWS.
La sensazione è quella di trovarsi in un film in cui la storia dell’arte dialoga senza filtri con la contemporaneità. L’installazione, accessibile al pubblico, rientra nel programma Palazzo Strozzi Future Art, che promuove interventi di artisti contemporanei capaci di generare nuove prospettive tra passato e futuro, in un invito a ripensare i codici estetici e simbolici della nostra vita quotidiana.
L’inaugurazione fiorentina ha avuto la consueta appendice glamour grazie a un party negli spazi dello YAB, storico disco club nel cuore del centro storico fiorentino tra Piazza Strozzi e Piazza della Repubblica, che ha coinvolto molti volti noti dell’arte e della cultura. Fra questi, oltre al Direttore generale di Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, anche Luigi De Siervo, Andy Bianchedi, Antonio Riva, Iva Lulashi, Tommaso Calabro, Giulia Torelli.
Il party è stata l’occasione per rendere omaggio al progetto artistico e al rapporto tra KAWS e Palazzo Strozzi, in un dialogo sospeso tra sacro e quotidiano, arte e cultura pop. Più che un’opera d’arte THE MESSAGE è un’esperienza, un invito a riflettere sulla connessione tra passato e presente, a vivere l’arte come spazio di confronto, e a riscoprire il piacere di passeggiare tra giganti che parlano di noi, della nostra fragilità e della nostra società iperconnessa. Un debutto fiorentino che conferma ancora una volta come KAWS sappia rendere ogni spazio, anche il più storico, terreno fertile per un dialogo sorprendente e immediato.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Ludovica Arcero
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