14.10.2025 Tornabuoni Gallery, Paris #arte

Francesca Piccolboni

Il progetto dell’Associazione Matignon si fonda su una splendida energia collettiva

“Non si tratta solo di attrarre un pubblico più ampio, ma di creare una vera sinergia tra gallerie”

Nei giorni caotici ed elettrizzanti della Paris Art Week, incontriamo Francesca Piccolboni, direttrice della Galleria Tornabuoni, proprio all’interno del suo spazio parigino di Avenue Matignon. Dal 2009 la galleria, nata a Firenze, è diventata un punto di riferimento nella capitale francese e membro attivo dell’Association Matignon Saint-Honoré (MaSH). Insieme alle 37 gallerie che compongono questa rete variegata, Tornabuoni contribuisce all’energia collettiva che anima il quartiere, partecipando alla mostra corale organizzata dall’associazione il 20 ottobre. Con Francesca abbiamo parlato dell’importanza di iniziative come MaSH, del suo percorso, della visione della galleria e del ruolo sempre più centrale di Parigi nel mondo dell’arte.

La Galleria Tornabuoni si prepara per celebrare il suo 45º anniversario: ci racconta a grandi linee la sua storia?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

La Galleria Tornabuoni è stata fondata a Firenze nel 1981 da Roberto Casamonti, appassionato di arte moderna e contemporanea, e si è rapidamente affermata come punto di riferimento sulla scena artistica italiana. Specializzata nelle avanguardie del Novecento — da Fontana a Burri, Castellani, Boetti e Manzoni — la galleria si è sempre impegnata a promuovere e valorizzare l’arte di quel periodo. Negli anni Duemila ha avviato la propria espansione internazionale con l’apertura di spazi a Milano, Forte dei Marmi, Crans-Montana, Parigi, Londra e più recentemente Roma. Oggi Tornabuoni è riconosciuta per la qualità museale delle sue mostre, la competenza scientifica nello studio dell’arte italiana e un savoir-faire unico nel suo campo.

Da 12 anni è direttrice della galleria: come è arrivata a ricoprire questo ruolo?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

Ho sempre saputo di voler lavorare nel mondo della cultura. Sono originaria di Verona e la mia passione per l’opera lirica mi ha portata giovanissima alla Fondazione Arena, dove ho collaborato con la direzione artistica. Dopo gli studi in management culturale tra Venezia e Parigi, ho lavorato nel dipartimento fundraising del Gran Teatro La Fenice, ma è nel 2008, grazie a un’esperienza al dipartimento marketing e comunicazione della Biennale di Venezia, che la mia carriera si è orientata verso le arti visive. Sono arrivata a Parigi nel 2009, proprio all’apertura della sede Tornabuoni, e nel 2013 ne sono diventata direttrice. Dirigere la galleria qui significa portare avanti una tradizione di rigore curatoriale e apertura culturale, offrendo ai grandi artisti italiani una voce sulla scena internazionale.

E’ anche membro dell’Association Matignon Saint-Honoré: che aspettative ha invece per questo nuovo progetto collettivo?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

L’iniziativa dell’Associazione Matignon nasce da una splendida energia collettiva. Non si tratta solo di collaborare per attrarre un pubblico più vasto, ma soprattutto di creare una vera sinergia tra gallerie, attraverso un programma costruito attorno a un evento molto atteso: la mostra collettiva che inaugurerà il 20 ottobre. Questo tipo di appuntamento riunisce gli amanti dell’arte intorno a un’offerta eterogenea che spazia dall’antico al moderno, dal contemporaneo al design. Inoltre, rafforza il ruolo culturale dell’8° arrondissement, oggi una tappa imprescindibile della scena parigina.

Lo scorso 20 ottobre, negli spazi della sede parigina, è stata inaugurata  la mostra “Au-Delà” dedicata a Giorgio Morandi e Lucio Fontana. Ci racconta un po’ questi due grandi maestri del Novecento?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

Morandi e Fontana sono due figure centrali dell’arte italiana del XX secolo. Il titolo della mostra allude alla loro ricerca comune di ciò che si trova “al di là” del visibile. Morandi, con le sue nature morte meditative, esplora sottili variazioni di luce e forma in una ricerca poetica e spirituale della realtà. Fontana, al contrario, supera i limiti tradizionali della pittura con le sue celebri Attese e i Concetti spaziali, trasformando la tela in un varco verso un’altra dimensione. Uno guarda all’intimità della forma figurativa, l’altro all’infinito e all’astrazione assoluta: il loro incontro crea un dialogo sorprendente e potente.

Queste due visioni — figurativa e astratta — hanno letteralmente rivoluzionato il nostro modo di percepire la materia e lo spazio. C’era una forte connessione fra i due maestri…

FRANCESCA PICCOLBONI: 

Già. Ed è proprio questa tensione e complementarità che vogliamo mettere in evidenza. Morandi lavora nel silenzio, in una temporalità sospesa; Fontana invece infrange lo spazio e lo proietta in una dimensione cosmica. Ma entrambi interrogano la materialità della pittura: in Morandi ogni oggetto diventa un esperimento percettivo, in Fontana la tela smette di essere superficie e diventa volume. Il loro dialogo non è di opposizione, ma di risonanza.

Come valuta oggi la posizione di Parigi nel mercato dell’arte, in relazione alle vostre sedi nelle altre grandi città europee?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

Parigi sta vivendo una rinascita straordinaria. A lungo considerata in secondo piano rispetto a Londra o New York, ha oggi riconquistato un ruolo centrale grazie alla forza delle sue istituzioni, al dinamismo delle gallerie e all’arrivo di grandi eventi come Art Basel Paris. Culturalmente, Parigi è inesauribile: nessun’altra città offre una tale densità di stimoli. Negli ultimi anni, e ancor più dopo la Brexit, la capitale francese ha consolidato la sua posizione di leadership nel mercato dell’arte: molte gallerie internazionali di primo piano hanno scelto Parigi come quartier generale europeo. La città può contare su un ecosistema artistico unico, che unisce musei iconici come il Louvre, il Centre Pompidou, il Musée d’Orsay, il Musée d’Art Moderne de Paris, e fondazioni private come la Fondation Louis Vuitton e la Bourse de Commerce – Pinault Collection. La qualità delle istituzioni e delle esposizioni in Francia, e in particolare a Parigi, è impareggiabile, alimentata da collezioni pubbliche straordinarie e da potenti fondazioni private. Sono convinta che Parigi sia oggi la nuova capitale del mercato dell’arte europeo, e che la sua influenza continuerà a crescere. La nostra presenza qui è dunque strategica, ma anche emotiva: Parigi è sempre stata un ponte naturale tra l’arte italiana e il resto del mondo.

Cosa si aspetta da questa edizione di Art Basel Paris?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

Ci aspettiamo un’edizione forte e di altissimo livello, all’altezza della scena parigina. Quest’anno speriamo di vedere ancora più visitatori internazionali rispetto al passato, in particolare collezionisti dagli Stati Uniti e dall’Asia, meno presenti a Basilea, probabilmente proprio a causa della nuova edizione parigina della fiera.

Ultimissima domanda: quali altre gallerie consiglierebbe di visitare, tra i membri dell’Association Matignon Saint-Honoré?

FRANCESCA PICCOLBONI: 

È difficile citarne solo alcune, perché la varietà della mostra è davvero notevole. Ogni galleria ha la sua voce unica, e insieme formiamo una scena dinamica. Sono particolarmente felice per l’arrivo di nuovi membri come Félix Marcilhac e Oscar Graf, che hanno appena aderito all’associazione, contribuendo a rafforzare ulteriormente il progetto!

Intervista:  Say Who

Ritratti: Jean Picon

 

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