Paris Internationale 2025: dieci anni di arte libera e senza gerarchie
Dieci anni fa era un’utopia: una fiera d’arte libera, indipendente, fondata più sul dialogo che sul mercato. Oggi Paris Internationale festeggia il suo decimo anniversario e l’undicesima edizione (22–26 ottobre) tornando quasi dove tutto è iniziato, a pochi passi dall’hôtel particulier che nel 2015 ospitò il debutto. Oggi l’utopia è diventata un modello, un’idea di fiera che rifiuta gerarchie e rigidità, preferendo la collaborazione tra pari, la scoperta, l’imprevisto.
La nuova sede, un imponente edificio haussmanniano sul Rond-Point des Champs-Élysées, accoglie oltre 60 gallerie provenienti da 19 paesi: una geografia fluida e contemporanea, dove emergenti e storici condividono spazi aperti progettati da Christ & Gantenbein come saloni del XXI secolo. Per celebrare il traguardo, nasce ♡ PI 10, un percorso speciale che trasforma la fiera in un racconto vivo della sua storia. Installazioni site-specific, interventi di artisti delle passate edizioni e collaborazioni con le gallerie “alumni” disegnano un atlante di esperienze collettive, mentre una pubblicazione ad hoc ne ripercorre conversazioni, visioni e scoperte. Tutto rimane fedele allo spirito originario: un progetto no profit che reinveste integralmente le proprie risorse nella successiva edizione, mantenendo quella dimensione “umana” che ne è il tratto distintivo.
Accanto alle gallerie fondatrici — Ciaccia Levi, Crèvecoeur e Gregor Staiger — tornano nomi come KOW (Berlino), Derosia (New York), greengrassi (Londra) e Kendall Koppe (Glasgow), insieme a debutti da Barcellona, Milano, Città del Messico e Los Angeles. Cinquantadue presentazioni solo o duo permettono un’immersione profonda nelle pratiche artistiche, mentre i talk curati con la Fondation Pernod Ricard e le Daily Dérives — passeggiate guidate da curatori, critici e artisti — trasformano ogni giorno di fiera in un laboratorio di idee.
L’inaugurazione ufficiale del 21 ottobre, riservata a ospiti internazionali del calibro di Raf Simons, Chris Dercon, Hans Ulrich Obrist, ha segnato l’inizio di una nuova stagione per Paris Internationale: una fiera che non vende solo opere, ma immagina modi diversi di vivere e condividere l’arte — con la leggerezza e la convinzione di chi sa che, dopo dieci anni, l’utopia non è finita, si è semplicemente trasformata in realtà.
Testo: Germano D’Acquisto
Foto: Niccolò Campita
