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La “Teologia del collasso” conquista tutti al MAXXI BVLGARI Prize

Monia Ben Hamouda, artista milanese classe 1991, ha conquistato la quarta edizione del Maxxi Bvlgari Prize grazie alla sua opera, “Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X” (2024).

La selezione è stata effettuata da una super giuria composta fra gli altri da Francesco Stocchi, Direttore artistico del Maxxi; Nicolas Bourriaud, Direttore artistico della 15ª Biennale di Gwangju (Corea del Sud);  Andrea Lissoni, Direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera; e Ute Meta Bauer, Direttrice artistica della Contemporary Art Biennale 2024 di Diriyah (Arabia Saudita). Tutti – nessuno escluso – sono rimasti conquistati dal lavoro di Monia, che così entra ufficialmente a far parte della Collezione permanente del museo romano. A conquistare la giuria soprattutto “quella sua capacità di intervenire sullo spazio del museo e di interagire con i materiali, integrando l’uso di tecnologie contemporanee e tradizionali. Per la determinazione e il rigore nell’opera che rappresenta un evidente momento di crescita della sua ricerca artistica. Per aver affrontato con profondità il collasso dei nostri tempi attraverso un approccio inusuale ed evocativo. Il premio della giuria va a Monia Ben Hamouda”.

“Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X” è composta da dieci pannelli di ferro intagliati a laser e si ispira ai motivi della calligrafia islamica e all’architettura delle moschee. Le lastre, decorate con spezie come paprika, ibisco e cannella, sono installate sulla parete di fondo della galleria, creando un effetto visivo che evoca un senso di collasso. Con questa opera, l’artista non solo celebra la fusione tra tradizione e innovazione, ma invita il pubblico a interrogarsi sul significato di identità e memoria in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Un riconoscimento, insomma, che non premia solo la qualità estetica, ma anche la profondità concettuale della milanese (che era arrivata in finale insieme a Giulia Benassi e Binta Diaw.

L’annuncio della vincitrice dell’ormai iconico premio, nato per valorizzare i talenti emergenti, è stata l’occasione per presentare la nuova Bvlgari American Academy in Rome fellowship, in collaborazione con Maxxi e Whitney Museum di NY.

La “Teologia del collasso” conquista tutti al MAXXI BVLGARI Prize

Monia Ben Hamouda, artista milanese classe 1991, ha conquistato la quarta edizione del Maxxi Bvlgari Prize grazie alla sua opera, “Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X” (2024).

La selezione è stata effettuata da una super giuria composta fra gli altri da Francesco Stocchi, Direttore artistico del Maxxi; Nicolas Bourriaud, Direttore artistico della 15ª Biennale di Gwangju (Corea del Sud);  Andrea Lissoni, Direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera; e Ute Meta Bauer, Direttrice artistica della Contemporary Art Biennale 2024 di Diriyah (Arabia Saudita). Tutti – nessuno escluso – sono rimasti conquistati dal lavoro di Monia, che così entra ufficialmente a far parte della Collezione permanente del museo romano. A conquistare la giuria soprattutto “quella sua capacità di intervenire sullo spazio del museo e di interagire con i materiali, integrando l’uso di tecnologie contemporanee e tradizionali. Per la determinazione e il rigore nell’opera che rappresenta un evidente momento di crescita della sua ricerca artistica. Per aver affrontato con profondità il collasso dei nostri tempi attraverso un approccio inusuale ed evocativo. Il premio della giuria va a Monia Ben Hamouda”.

“Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X” è composta da dieci pannelli di ferro intagliati a laser e si ispira ai motivi della calligrafia islamica e all’architettura delle moschee. Le lastre, decorate con spezie come paprika, ibisco e cannella, sono installate sulla parete di fondo della galleria, creando un effetto visivo che evoca un senso di collasso. Con questa opera, l’artista non solo celebra la fusione tra tradizione e innovazione, ma invita il pubblico a interrogarsi sul significato di identità e memoria in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Un riconoscimento, insomma, che non premia solo la qualità estetica, ma anche la profondità concettuale della milanese (che era arrivata in finale insieme a Giulia Benassi e Binta Diaw.

L’annuncio della vincitrice dell’ormai iconico premio, nato per valorizzare i talenti emergenti, è stata l’occasione per presentare la nuova Bvlgari American Academy in Rome fellowship, in collaborazione con Maxxi e Whitney Museum di NY.