07.04.2025 Salone dei Tessuti, Milan #luxury

Un sogno in fiore: l’universo di Marc-Antoine Barrois alla Milano Design Week

Salone dei Tessuti, Milan

Una fitta foresta di corde da attraversare nell’oscurità, poi, in un’ampia radura: la luce, campi di fiori profumati e una speranza che torna a risplendere. Questa è l’esperienza immersiva dell’installazione con cui lo stilista parigino Marc-Antoine Barrois fa il suo debutto alla Milano Design Week, presentando in anteprima la sua nuova fragranza, Aldebaran, in uno dei palazzi storici più belli della città. L’installazione in cui i visitatori sono invitati a entrare si trova nello spazio Anni ’30 del Salone dei Tessuti, tra reminiscenze industriali e stile neogotico, ed è stata pensata in collaborazione con Antoine Buillot. Il designer francese si è ispirato al concetto della luce che squarcia le tenebre, proprio come fa la stella Al-Debaran, da cui il profumo prende il suo nome. Scoperta in epoca medievale Al-Debaran è la gigante rossa nota per essere ancora più luminosa del sole ed è la sua luce che risplende nella radura fiorita.

Al centro di questa si trovano fiori di tuberosa di carta e infusi della fragranza Aldebaran, creata con il profumiere Quentin Bisch. La particolarità di Aldebaran è l’essere a base di un unico fiore: la tuberosa, per l’appunto, una pianta che ha del mistico, dato che il suo profumo si sprigiona con più forza al calare del buio ed è per questo conosciuta come “fiore della notte”. Attorno al giardino notturno si trova la prima collaborazione di arredamento tra Barrois e Bouillot, in edizione limitata, e che comprende sgabelli e panche in legno, coronati da pietre scultoree, ispirate ai ciottoli delle spiagge dell’isola di Belle-Île, al largo della Bretagna. Per celebrare l’esordio alla Milano Design Week, Marc-Antoine Barrois ha tenuto una cena nello spazio del Salone dei Tessuti, con diversi ospiti tra cui Farida Khelfa, Fleur Geffrier, Margherita Missoni, Alessandro Calascibetta, Marc Forne, Erica Boldrin, Niki Wu Jie, Eddy De Pretto e Sarah Andelman.

Testo: Anna Zucca
Photocall: Niccolò Campita
Exhibition views e portraits: Keffer

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