12.05.2025 Triennale Milano, Milan #arte

Triennale Milano lancia Inequalities: quando il design si fa coscienza

Triennale Milano, Milan

C’è chi dice che le mostre parlano. Inequalities, 24a Esposizione Internazionale di Triennale Milano, non solo parla: incalza, domanda, pretende una risposta. Aperta ufficialmente al pubblico il 13 maggio, questa edizione chiude idealmente una trilogia curatoriale cominciata con Broken Nature (2019) e Unknown Unknowns (2022), e lo fa con la forza di una riflessione collettiva diventata urgente. Tema: le diseguaglianze. Economiche, di genere, di provenienza, di salute, di accesso. Ma anche invisibili, trasversali, sedimentate nei corpi e nelle città.

“Parleremo di diseguaglianze attraverso le vite, gli spazi e i corpi”, ha dichiarato Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, durante l’opening. E in effetti Inequalities non si limita a elencare storture: le mette in scena. Lo fa con il contributo di grandi voci del design e dell’architettura contemporanei — Norman Foster, Beatriz Colomina, Kazuyo Sejima, Theaster Gates — ma anche con collettivi, musei e istituzioni provenienti da 73 paesi. Un ecosistema composito e stratificato, dove le differenze diventano forma di sapere, e le fratture occasione di nuova progettualità. L’inaugurazione si è trasformata in un happening: tra le sale dell’istituzione e il giardino animato da un dj set, si muovevano artisti, designer, curatori, studenti, patron, istituzioni, creativi. I fotografi di Say Who hanno catturato volti e atmosfere di una serata che è andata ben oltre l’idea di “vernissage”. Fra gli altri, oltre ai “padroni di casa”, il Presidente Stefano Boeri e la Direttrice generale di Triennale Milano, Carla Morogallo, hanno immortalato fra gli altri Lord Norman Foster, Mark Wigley, Hans Ulrich Obrist, Marcello Maloberti, Antonia Jannone, Gianfranco Maraniello, Fulvia ed Elisa Mendini, Nina Bassoli, Damiano Gullì, Marco Sammicheli, Luca Cipelletti, Umberto Angelini, Nina Artioli, Simone Faressin e Andrea Trimarchi (Formafantasma), Iñaqui Carnicero, Gemma de Angelis Testa e Luca Stoppini.

Già la sera precedente, l’11 maggio, l’anteprima riservata ai membri del Patron Program aveva scaldato l’ambiente. In un presente segnato da distanze e polarizzazioni, Inequalities prova a immaginare un nuovo vocabolario possibile: meno gerarchico, più umano. Dove il design non è decorazione, ma uno strumento per capire dove siamo — e dove potremmo andare.

Foto: Ludovica Arcero, Alessio Ammannati, Andrea Sgambelluri e Camilla Vazzoler
Testo: Germano D’Acquisto

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