
Highest 2 Lowest: da Spike Lee una rivisitazione moderna del thriller di Akira Kurosawa
Spike Lee torna a Cannes con Highest 2 Lowest, la sua quinta collaborazione con Denzel Washington, e ancora una volta mette a segno un colpo audace. Questa volta, il regista di Do the Right Thing affronta uno dei capolavori del cinema giapponese – High and Low (1963) di Akira Kurosawa – rileggendolo in chiave contemporanea e urbana, trasferendo la tensione morale dell’originale nel cuore spigoloso e multiforme di una New York spietata.
Il film prende le mosse dal romanzo The King’s Ransom di Ed McBain, già fonte di ispirazione per Kurosawa. Nella versione di Lee, la figura del ricco industriale diventa un celebre produttore musicale – interpretato da un intenso Denzel Washington – costretto a confrontarsi con una scelta impossibile: pagare un riscatto astronomico per salvare il figlio del suo autista, scambiato per suo, o ignorare il rapimento e mantenere intatta la propria posizione ai vertici dell’industria.
Accanto a Washington, un cast decisamente “cool” che include Ice Spice, A$AP Rocky, Jeffrey Wright e Ilfenesh Hadera, tutti immersi in una narrazione densa, sospesa tra noir psicologico e critica sociale. La New York di Spike Lee è viva, irrequieta, attraversata da contrasti feroci: tra lusso e degrado, potere e marginalità, privilegi e ingiustizie. E, come sempre nel suo cinema, la questione razziale pulsa sotto la superficie.
La sceneggiatura, firmata da William Alan Fox, conserva il nucleo etico dell’opera di Kurosawa ma lo declina con un’urgenza attuale, dove il prezzo della coscienza si misura in dollari, ma anche in reputazione, potere e visibilità. Highest 2 Lowest non è solo un thriller: è una riflessione sul valore della vita umana in una società governata da gerarchie economiche impietose.
Accolto con lunghi applausi durante la proiezione ufficiale, il film ha anche fatto da cornice a un momento emozionante: la consegna della Palma d’Oro onoraria a Denzel Washington per la sua straordinaria carriera. E sul red carpet, a rubare l’attenzione ci hanno pensato anche Rihanna, Isabelle Huppert e Jason Momoa: perché, in fondo, Cannes è anche questo.
Foto: Ludovica Arcero e Niccolò Campita