
I David di Donatello compiono 70 anni, tra star scintillanti e premi che fanno storia
Settant’anni di David, e a vincere tutto è Vermiglio, il film di Maura Delpero. Una favola dura e poetica, ambientata sulle montagne durante gli ultimi respiri della Seconda guerra mondiale, che ha raccolto sette premi, tra cui quelli per il miglior film e la miglior regia — prima volta, nella storia dei David, per una donna. La Delpero lo ha detto senza giri di parole: il suo è un film antimilitarista.
La cerimonia, condotta da Mika ed Elena Sofia Ricci, è stata tutt’altro che evasiva: molti momenti sono stati attraversati dalla realtà. Elio Germano, premiato per il suo Berlinguer, ha parlato della dignità negata al popolo palestinese. Francesca Mannocchi, ritirando il premio per il documentario sull’Ucraina, ha fatto lo stesso con lucida urgenza. Sorrentino, che arrivava con 15 nomination per Parthenope, torna a casa a mani vuote. Vincono invece Le Déluge con quattro premi, Gloria! e L’arte della gioia con tre ciascuno. A Pupi Avati va il David alla carriera, che trasforma in un appello al Parlamento: “Facciamo uno sforzo bipartisan per salvare il nostro cinema.”
Ma la notte delle stelle non si è giocata solo sul palco. Come da tradizione, Elle Italia e l’Accademia del Cinema Italiano hanno firmato per il quarto anno il Welcome Cocktail a Cinecittà: un momento informale e dorato che anticipa la cerimonia e unisce artisti, registi e produttori nel cuore simbolico del cinema italiano. Anche noi di Say Who eravamo lì, immersi nella cornice open-air del set dell’antica Roma, e abbiamo fotografato Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Fabrizio Gifuni, Claudio Santamaria, Margherita Vicario, Pierfrancesco Favino, Silvio Orlando, Barbara Ronchi, Giuseppe Tornatore, Jasmine Trinca, Matteo Oscar Giuggioli, Geppi Cucciari, Celeste Della Porta, Elio Germano, il designer Brunello Cucinelli e tantissimi altri.
Foto: Niccolò Campita
Testo: Germano D’Acquisto