29.05.2025 Maxxi, Rome #arte

Festa al MAXXI: arte, musica e cinque nuove mostre per i 15 anni del museo

Maxxi, Rome

L’altra sera il MAXXI di Roma ha spento le sue prime quindici candeline con una festa che sapeva di futuro, di memoria e di quella bellezza un po’ indisciplinata che da sempre anima il museo progettato da Zaha Hadid. Un’apertura straordinaria fino alle 23, ingresso gratuito, le sale che pullulano di visitatori. E intorno, ovunque, arte viva e tante personalità. L’obiettivo di Say Who ha immortalato, fra gli altri, la Presidente della Fondazione MAXXI, Maria Emanuela Bruni, il Direttore artistico, Francesco Stocchi, la Direttrice Architettura e Design Contemporaneo, Lorenza Baroncelli, il designer Nacho Carbonell, il pittore Alfredo Pirri, il Direttore e Amministratore Delegato di Palazzo Grassi-Punta della Dogana, Bruno Racine, il fotografo Fabrizio Ferri e lo scrittore Sandro Veronesi.

Cinque mostre, cinque visioni, cinque dichiarazioni d’intenti. A partire da “STADI. Architettura e mito”, un tuffo nell’immaginario epico del calcio e nella potenza simbolica degli impianti sportivi come cattedrali urbane. A dominare la hall, invece, l’imponente installazione di Carbonell “Memory, in practice”, un albero-lampadario alto sette metri che riscrive lo spazio con reti da pesca e luce poetica. E poi il labirinto audiovisivo di Douglas Gordon con “Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…”, una retrospettiva che è anche un viaggio dentro la mente inquieta di uno dei grandi del video contemporaneo.

A completare il percorso, due incursioni d’archivio che sono altrettanti omaggi alla storia: la “Galleria Pieroni 1975-1992”, crocevia dell’avanguardia italiana, e il “Foro Italico di Enrico Del Debbio”, esempio di un razionalismo che continua a interrogare il nostro presente.

La ciliegina sulla torta è arrivata con l’annuncio: il MAXXI è ora Monumento Nazionale. Un titolo che non è solo celebrazione, ma presa d’atto che questo luogo, nato per sperimentare, è già storia.

Foto: Niccolò Campita
Testo: Germano D’Acquisto

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